Orienta lancia una campagna di reclutamento di circa 500 infermieri da inserire nelle strutture pubbliche e private, negli ospedali e nelle case di riposo. Nonostante la fine dell’emergenza indicata alla data del 31 Marzo prossimo la richiesta pressante di infermieri da parte delle strutture sanitarie è sempre molto elevata. Molti dei contratti di lavoro per numerosi infermieri legati all’emergenza Covid 19 hanno una scadenza che coincide con la fine dello stato di emergenza. Ciò nonostante per tutti, o quasi, è prevista una proroga. La ragione della carenza di infermieri rispetto ad una domanda sempre molto elevata, infatti, non è solo legata al periodo pandemico ma risiede anche in esigenza di tipo strutturali e non solo contingenti. A questo si aggiunge anche l’andamento altalenante della pandemia che non consente ancora di considerarci fuori pericolo
Le prime candidature idonee di infermieri che sono pervenute dal recente avvio della campagna di reclutamento sono state già tutte collocate nel giro di pochissimi giorni, a conferma che il tema della carenza di queste figure sanitarie è ancora molto attuale e prescinde, in parte, dall’emergenza pandemica. Un’esigenza sentita nelle strutture di tutto il territorio nazionale ma con particolare enfasi nelle regioni del Centro e del Nord Italia.
Il nostro Paese registra un tasso di infermieri attivi molto inferiore alla media europea. Basti pensare che, in periodo pre-Covid, in Italia operavano 5,5 infermieri per 1.000 abitanti contro i 7,8 del Regno Unito, i 10,8 della Francia ed i 13,2 della Germania; adesso nel 2022 la situazione non è certo migliorata.
“La carenza di infermieri è ormai contingente su ogni fronte ed il Covid non ha fatto che acutire la problematica. Stiamo andando verso la fine dello stato di emergenza, ma la necessità di infermieri rimane prioritaria sia per gli Ospedali, sia per le Case di Riposo. – spiega Filippo Bruni, Responsabile Orienta Healthcare – Dobbiamo inoltre considerare le linee programmatiche del PNNR che proiettano la figura dell’infermiere sempre più legata al territorio e all’assistenza domiciliare. La situazione è complessa, per uscire da questa impasse è necessario, un mix di interventi strutturali: semplificare davvero la burocrazia per il riconoscimento di titoli esteri e per i requisiti di visto da riconoscere agli infermieri provenienti da fuori EU; allineare le retribuzioni del personale a quelle dei principali paesi EU; riflettere sui percorsi di formazione universitaria. Si parla infatti, ormai da anni, di eliminare il numero chiuso per i corsi di laurea in infermieristica. Il problema è però di risorse, in primis economiche, perché è necessario, anzi prioritario, investire con decisione in questi ambiti”.
L’esigenza di figure infermieristiche delle nostre strutture sanitarie e case di riposo è un tema che non può essere affrontato solo guardando alla gestione dell’immediato. E’ necessario ormai pensare ad una seria ed urgente programmazione strutturale, in linea con le richieste elevate da parte del mercato del lavoro sanitario, sia in Italia che in Europa.