Inchiesta

Reddito di cittadinanza, il lato oscuro del sussidio: 1430 € al mese “a lavoro zero”

Quello che doveva essere lo strumento per superare i perversi e deleteri meccanismi di quell’assistenzialismo clientelare tanto caro alla vecchia politica ha rivelato purtroppo il suo lato oscuro.
È così che il Reddito di cittadinanza, pensato e presentato dai sostenitori del M5s come quella misura “rivoluzionaria” che avrebbe permesso a chiunque si trovasse in difficoltà di superarle, fruendo, per il tempo necessario a trovare un lavoro, di un sostegno economico, si è trasformato in un rifugio per tanti, forse troppi. Un “rifugio” che poco ha a che fare con il recupero della dignità e di un “posto” all’interno della società e del mondo del lavoro.

Le “distorsioni” create dal Reddito di cittadinanza, nato con le migliori intenzioni, non hanno prodotto solo frodi (di cui leggiamo quotidianamente sui giornali) ma anche una vera e propria “cultura del sussidio”, fatta propria da chi si è arreso al sommerso e allo sfruttamento giacché considera ormai il reinserimento nel mondo del lavoro come una chimera.

Entriamo subito nel merito. Grazie ad una simulazione effettuata per il QdS dal Caf Cgil di San Giovanni La Punta (Ct) abbiamo potuto appurare che con il Reddito di cittadinanza si possono raggiungere cifre ingenti che spingono intere famiglie a desistere dal cercare lavoro.

Un esempio è dato dal calcolo delle possibili entrate di cui potrebbe beneficiare una famiglia composta da 4 persone: i due genitori… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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