PALERMO – Si tratta di settori in cui il lavoro nero la fa da padrone: colf, badanti e braccianti sono troppo spesso lavoratori abusivi, senza salvaguardie né tutele.
I sindacati Cgil Palermo, Filcams e Flai stanno cercando di far sentire la propria voce, sia con le istituzioni sia con la società civile, portando l’azione di sensibilizzazione in giro nelle piazze siciliane, per spiegare in tutte le lingue le opportunità previste dall’articolo 103 del decreto legge 34 per l’emersione dal lavoro nero di colf, badanti e braccianti.
A Palermo dopo l’incontro in piazza Mediterraneo, a Ballarò, ci si è spostati presso la comunità di Santa Chiara, ospiti di don Enzo Volpe, dove il sindacato ha incontrato la comunità bengalese. Erano presenti all’iniziativa il segretario d’organizzazione Cgil Palermo Francesco Piastra, la responsabile migranti della Cgil Palermo Bijou Nzirirane, il segretario generale Flai Cgil Palermo Dario Fazzese, il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e il mediatore culturale Gulzar Hussain.
“La cifra delle domande presentate ancora non è altissima ma registriamo un aumento costante della richiesta di informazioni da parte dei lavoratori, interessati a conoscere tutti gli aspetti del provvedimento che consente l’emersione degli irregolari, stranieri ma non solo, nei settori dell’agricoltura, della zootecnia, della pesca e della cura della persona – dichiara la Cgil in una nota –. Questa presa di consapevolezza è una grande novità. Stiamo rilevando un grande coinvolgimento e siamo certi che con la diffusione delle informazioni anche il processo di emersione crescerà”.
Le difficoltà segnalate dai lavoratori non sono poche: da una parte il pagamento dei 500 euro che i datori di lavoro non vogliono sostenere, dall’altra le esigenze particolari dei richiedenti asilo, che faticano a trovare risposte certe.
“Il prossimo incontro lo faremo con i migranti di lingua araba e altri due appuntamenti in programma saranno nelle lingue inglese e francese – dicono dal sindacato –. Questi incontri hanno permesso di capire che il decreto va migliorato, va allargata la possibilità di emersione dal lavoro nero, estendendo le previsioni del comma 2 a tutti i migranti, a prescindere dai settori in cui hanno lavorato. La richiesta di un rapporto regolare di lavoro è forte”.
Per Cgil, Filcams e Flai è stata anche l’occasione per dedicare un minuto di silenzio a don Baldassare Meli e ricordare “quello che ha fatto per favorire una convivenza multiculturale nell’ambito del quartiere dell’Albergheria”.
Un impegno e una passione che non va persa, che deve diventare eredità preziosa per chi rimane a lavorare sul territorio. “Con lo stesso spirito la Cgil e le sue categorie si pongono nei confronti dei migranti, per lavorare insieme a percorsi di inclusione e di accoglienza – aggiunge il sindacato nella nota-. Abbiamo spiegato ai migranti la funzione del sindacato, non solo nel campo dei servizi ma anche delle rivendicazioni, dei contenziosi amministrativi e giudiziari, e della possibilità di intervenire su questioni di natura politica, che discendono dall’applicazione delle norme”.
Tanti i problemi e i limiti del decreto emersi in questo primo mese di regolarizzazione, evidenziati all’incontro. “Per questo – spiega la Cgil Palermo – come sindacato riteniamo utile e giusto che il Parlamento e il governo intervengano per allargare la possibilità di accesso al decreto ad altre categorie, oltre colf, badanti e braccianti, ed estendere le previsioni del comma 2 a tutti i migranti, a prescindere dal settore in cui hanno lavoratori”.