PALERMO – Centinaia di milioni di euro avvieranno i cantieri dell’irrigazione per contrastare, di conseguenza, anche l’avanzata della desertificazione che in Sicilia risulta essere particolarmente pericolosa, e per rilanciare le imprese agricole. Un tentativo di fare ordine in un settore che nell’Isola, dall’agricoltura alla abitazioni civili, continua ad essere contrassegnato dai disservizi con una dispersione che arriva, in alcune province, a lambire il 50% dell’acqua immessa in rete.
IRRIGAZIONE: 500 MILIONI DI CANTIERI
La cifra è di quelle che riempiono le pagine dei giornali. Nei giorni scorsi la ministra Teresa Bellanova ha annunciato l’avvio di lavori per mezzo miliardo di euro nel settore delle infrastrutture irrigue. Il progetto rientra nell’ambito del programma della strategia nazionale sul risparmio idrico nell’ottica di un’azione che possa incidere, in termini sostenibili, anche sulla vita delle aziende e dei cittadini. Per il ministro c’è la necessità di “intervenire per dare servizi sempre più efficienti alle persone e alle imprese e per riattivare la crescita”. L’elenco tuttavia potrebbe essere assai più corposo, dal momento che ci sono in ballo circa 120 miliardi di euro destinati a opere grandi e piccole che “possono essere in gran parte cantierabili e quindi bisogna attivarsi”. Poi un passaggio dedicato alle strutture di missione dell’era Renzi, tra cui Italia Sicura, e che “sono state smontate e questo è stato un grande errore”. Per la ministra “dobbiamo concentrarci su come ridare a questo Paese la possibilità di avere quelle infrastrutture e la manutenzione di quelle esistenti per mettere in sicurezza il territorio e dare servizi efficienti ai cittadini e alle imprese”.
COMBATTERE LA DESERTIFICAZIONE
L’irrigazione è anche uno strumento necessario per fermare la desertificazione. Lo aveva dichiarato l’Anbi, l’associazione nazionale bonifiche irrigazioni, lo scorso settembre in seguito alla pubblicazione dei dati del Cnr sulla diminuzione di sostanza organica in diverse aree di alcune regioni meridionali, dal momento che la desertificazione, si legge in una nota dell’Anbi, si verifica “quando la sostanza organica presente nel suolo è inferiore all’1%, mentre generalmente può arrivare fino al 4% grazie al ciclo biologico dei vegetali, che necessitano di 500 chilogrammi d’acqua per produrre un chilo di sostanza organica”. In questo processo c’è anche il coinvolgimento diretto della Sicilia: secondo il Cnr, le aree a rischio desertificazione nell’Isola hanno ormai raggiunto una quota veramente preoccupante che è pari al 70%. Anche in questa direzione vanno gli investimenti per la realizzazione di un sistema irriguo razionale, moderno ed efficace.
I BANDI
Si lavora a tutto campo per non sprecare la preziosa risorsa idrica. Diversi i bandi pubblicati sul sito della Regione siciliana del dipartimento Acqua e Rifiuti in relazione agli affidamenti dei servizi di architettura e ingegneria per alcuni interventi destinati al recupero della capacità di invaso e funzionalità idraulica e di messa in sicurezza di alcune vasche. Uno degli ultimi bandi riguarda la diga Disueri, con un importo a base di gara da circa un milione di euro.
CAOS ACQUA
In generale si lavora comunque per fare ordine in tutto il sistema di gestione idrica. Nei giorni scorsi la Regione ha messo a disposizione 2 milioni di euro per completare e/o aggiornare i piani d’ambito ed evitare così di perdere i fondi nazionali, mentre c’è chi, come Elena Pagana, deputata regionale del M5S, chiede al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè la “costituzione di una commissione speciale d’indagine sulla gestione del servizio idrico integrato in Sicilia” che valuti tutti i disservizi del settore.