Istruzione

Riforma dell’insegnamento: ritorna l’educazione civica

ROMA – “L’Educazione civica va insegnata all’interno dell’insegnamento, già esistente, su “Cittadinanza e Costituzione”: non sempre questo è stato fatto: a questo insegnamento devono poter partecipare tutti gli insegnanti, si tratta infatti di una materia trasversale e non ha senso trasmettere nozioni astratte, come si faceva un tempo”.

A dirlo è il presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “L’insegnamento di Educazione civica, con il nuovo testo del Parlamento, viene riformulato: noi riteniamo – prosegue Giannelli – che non sia necessario inserire un’ora in più di Educazione civica a scuola, anche perchè se un’ora si inserisce, un’altra deve essere tolta. La disciplina è trasversale perchè riguarda una serie di condotte e di competenze, e quindi può essere insegnata da vari docenti e non necessita di un orario specifico”.

La riforma dell’insegnamento, che reintroduce in modo specifico l’educazione civica nelle scuole elementari e medie, è stata approvata il 2 maggio alla Camera. L’iter non è ancora concluso, il provvedimento passerà ora all’esame del Senato.

Tra gli emendamenti ne è stato approvato uno che cancella alcuni articoli del Regio Decreto del 1928, ossia quelli che prevedono una serie di provvedimenti disciplinari nei confronti degli alunni: l’ammonizione, la nota sul registro con comunicazione scritta ai genitori, la sospensione (da uno a dieci giorni). L’esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione, l’espulsione dalla scuola con perdita dell’anno non verrebbero, dunque, più utilizzati come strumenti educativi, perché ritenuti obsoleti e anacronistici.

L’obiettivo principale di questo emendamento è quello di puntare a “rafforzare la collaborazione con le famiglie”, estendendo alla scuola primaria il Patto educativo di corresponsabilità valido, al momento, solo per le scuole medie e superiori.