Sanità

Sanità in subbuglio, rinviate le nomine dei manager a Messina. Asp: “No comment”

“Non abbiamo nessun commento da rilasciare in merito al rinvio delle nomine dei direttori sanitari e amministrativi dell’Asp di Messina, dell’Irccs Neurolesi “Piemonte” e dell’A.O. Papardo”. Commentano – o sarebbe più opportuno dire che preferiscono non farlo – così dall’Azienda Sanitaria provinciale peloritana su input del Quotidiano di Sicilia riguardo la fase di impasse che sta vivendo la sanità regionale.

Un rinvio che pesa non solo in termini organizzativi, ma anche per quanto concerne il riassetto in atto nelle strutture sanitarie dell’Isola. Alla nomina dei commissari straordinari degli scorsi mesi non è infatti stato dato un seguito a livello organizzativo, con proprio i commissari chiamati al piccolo trotto alla risoluzione solo di problematiche essenziali per i territori e nulla più. E i giochi politici all’interno dell’Assemblea regionale siciliana sul toto nomine sembrano intanto proseguire.

Rinvio nomine direttori sanitari dell’Asp di Messina, cosa succede

Nel mentre, sullo sfondo, si staglia una situazione sempre più complessa come quella che sta affrontando la sanità regionale anche per via della spending review imposta dal governo – con oltre 200 milioni di euro di tagli -, lo stato disastroso degli ospedali siciliani e le infinite liste d’attesa per lo smaltimento delle quali l’Assessorato regionale alla Sanità ha deciso proprio la scorsa settimana di smistare il “traffico” sulle strutture ospedaliere private convenzionate.

I problemi in atto negli ospedali siciliani, dunque, restano. E al di là delle statistiche Istat sull’elevatissimo numero di casi di malasanità e morti evitabili nell’Isola, l’ultimo caso in ordine temporale finito alla ribalta delle cronache nazionali nelle scorse settimane all’ospedale Barone – Romeo di Patti. Un paziente che aveva riportato una frattura alla gamba, in assenza di gesso, è stato immobilizzato con dei semplici cartoni. A poco sono valse le scuse per l’accaduto diffuse a mezzo stampa da parte dell’ASP di Messina. Per Alibrandi e Costa della Cisl, “non basta chiedere scusa per essere assolti, la responsabilità è di chi governa mentre i medici ed i sanitari sono costretti ad operare in emergenza e senza strumenti”.       

Un modus operandi affatto nuovo alle latitudini isolane. La stessa ASP, interpellata ai nostri microfoni, ha nel frattempo preferito trincerarsi dietro un “no comment” in merito alle mancate nomine dei direttori sanitari e amministrativi dell’Asp di Messina, dell’Irccs Neurolesi “Piemonte” e dell’A.O. Papardo. Non vi è ancora una visione omogenea rispetto alle nomine da parte della classe politica regionale: le province possono attendere e così i loro abitanti.

La denuncia: “Asservimento alla politica”

Con il rimpasto in Forza Italia e le ultime incandescenti settimane vissute dal partito a Palermo, resta tutto in fieri. E dalle parti di Palazzo d’Orleans si ritiene il fascicolo sanità possa ancora giacere in attesa sulle scrivanie della politica. Prima spazio all’emergenza siccità che continua a tener banco “in questa lunga estate caldissima”, come avrebbero commentato gli 883 qualche anno fa.

“La scelta è stata assunta da parte dei manager e rappresenta l’ulteriore certificazione della lottizzazione della sanità pubblica da parte della classe politica”, spiega ai microfoni del Qds Alessandro Russo, consigliere comunale del Partito Democratico di Messina. “Si conferma l’asservimento della sanità siciliana ai desiderata dei politici – spiega Russo – passa in secondo piano l’esigenza dell’utenza e quella di erogare un servizio sanitario di livello quantomeno sufficiente e ai minimi diritti. Assurdo il continuo rinviare scelte essenziali per la gestione sanitaria solo perché la politica non riesce a mettersi d’accordo su come devono spartirsi i ruoli di vertice delle amministrazioni”.

Sindacati in rivolta

Ad andar giù duro è anche la Uil attraverso le parole di Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Livio Andronico, segretario generale Uil Fpl, e Pippo Calapai, segretario generale Uil Pensionati. “È sotto gli occhi di tutti il nefasto disegno finalizzato a privilegiare la sanità privata a scapito di quella pubblica: la privatizzazione di alcune attività sanitarie ospedaliere dei presidi ospedalieri di Mistretta e di Sant’Agata Militello, nei quali un’azienda sanitaria privata gestisce di attività sanitarie non previste dalla Rete Ospedaliera”.

Per i sindacalisti il “recente accordo stipulato tra la Regione e la sanità privata con ingenti risorse assegnate alla stessa per ridurre anche le liste di attesa” va a scapito delle aziende sanitarie pubbliche “che fanno i salti mortali per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Immagine di repertorio