CATANIA – Il presidente della Regione, il giorno dopo il vasto incendio che ha minacciato per tutta la notte il borgo Medievale di Erice si è appellato a tutti i sindaci siciliani affinché avviino quella bonifica delle aree pubbliche e intimino ai proprietari dei terreni privati la scerbatura dei poderi. “Il ruolo degli Enti locali – ha detto il governatore – è fondamentale per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi. Solo se facciamo rete riusciremo a evitare che la Sicilia torni a bruciare. Si imponga la scerbatura ai proprietari di terreni incolti. La legge non ammette deroghe”.
Le immagini dell’estate 2021, un’estate record per gli incendi, sono ancora davanti agli occhi. Abbiamo quindi girato la domanda all’amministrazione del Comune etneo, memori del vasto rogo che l’estate scorsa mandò in fumo buona parte della Plaia a sud della città, incenerendo anche alcuni vivai e parte del lido Le Capannine, con i bagnanti che vennero soccorsi dal mare. “Ho già disposto una riunione ad hoc che terremo la prossima settimana – spiega l’assessore all’Ecologia, Andrea Barresi. In quel ‘tavolo’ faremo il piano delle scerbature delle aree pubbliche e provvederemo a disporre anche l’intimazione ai privati per bonifica delle aree di proprietà”. In merito all’incendio dell’anno scorso sul litorale spiega che le competenze per l’area sono della Città Metropolitana, ma che comunque saranno adottate tutte le misure per non lasciarsi trovare impreparati.
Ricorda benissimo nei particolari quell’incendio Ignazio Ragusa, presidente del sindacato lidi balneari e proprietario di un vivaio che andò completamente distrutto. “Ho subito un danno da un milione e gravi perdite economiche hanno registrato anche altri proprietari e il titolare delle Capannine. Al momento, anche per un rimpallo di competenze non abbiamo visto un euro di risarcimento”.
Ragusa si sofferma su quello che sta facendo il sindacato. “Abbiamo già avviato a nostre spese la scerbatura delle aree del viale Kennedy e di quelle limitrofe per non farci trovare impreparati. Ma se gli enti competenti non agiranno in danno verso i proprietari dei terreni incolti inadempienti anche stavolta faremo un buco nell’acqua col rischio di un bis dell’incendio dell’anno scorso. Noi per precauzione abbiamo potato anche le fronde alte degli alberi e dovremmo stare mediamente tranquilli, ma occorre un serio intervento delle autorità”.
Musumeci, nel suo appello, spiega anche che è necessario un miglioramento del modello organizzativo, con la piena collaborazione in campo di tutte le risorse disponibili per aver ragione degli incendi. Ma l’impressione è che la macchina organizzativa e il rimpallo delle competenze tra enti possano rendere vana la prevenzione. Forse più che appelli ci vorrebbe un cambio di passo e una vera cabina di regia.