PALERMO – Poco più di 330 milioni di euro alla Sicilia per interventi di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico (per la precisione, 334,2 milioni di euro). A tanto ammonta la quota destinata alla nostra regione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, con delibera del 24 luglio 2019 pubblicata sulla Guri numero 15 dello scorso 20 gennaio. In termini complessivi, sono state determinate in 4,7 miliardi di euro le risorse disponibili per la prosecuzione del programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico. Questi 4,7 miliardi di euro si compongono di 720 milioni di euro residuati da precedenti assegnazioni e i restanti 3,9 miliardi di euro a valere sulle risorse stanziate dalla Legge numero 145/2018.
Esattamente 4 miliardi di questi 4,7 miliardi complessivi sono stati ripartiti ed assegnati alle Regioni, 60 milioni di euro vengono accantonati per la realizzazione di sei centri di eccellenza per sviluppare una rete nazionale in grado di effettuare attività di ricerca, produzione e trattamento del paziente con patologia tumorale eleggibili alla terapia genica Car T-cell e 635 milioni di euro vengono accantonati come quota di riserva per interventi urgenti da ripartire e assegnare con successivi provvedimenti del ministero della Salute, adottati previa intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e di informativa al Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Rispetto ai 4 miliardi di euro ripartiti tra le Regioni, alla Sicilia è stato assegnato l’8,36% del totale, ovvero il quarto importo maggiormente elevato a livello nazionale. In Lombardia (672,6 milioni di euro, corrispondenti al 16,82% del totale Italia), Lazio (393,5 milioni di euro, pari al 9,84%) e Campania (378,9 milioni di euro, ovvero il 9,47% del complesso) sono stati assegnati importi superiori rispetto alla nostra regione. Somme importanti sono andate anche al Veneto (330,1 milioni di euro, pari all’8,25% del totale), Emilia Romagna (302,4 milioni di euro, ovvero il 7,56%) e Piemonte (301,3 milioni di euro, corrispondenti 7,53% del valore complessivamente assegnato alle Regioni). Quote residuali, invece, sono andate alle regioni di più piccola dimensione: nel dettaglio, si parla di 8,6 milioni di euro alla Valle d’Aosta (pari allo 0,21% del totale), 21,1 milioni di euro al Molise (corrispondenti allo 0,53%) e 38,4 milioni di euro alla Basilicata (ovvero, lo 0,96%).
I programmi regionali di investimento dovranno prioritariamente tenere conto, per quanto compatibile con la programmazione regionale e nazionale, dell’adeguamento alla normativa di prevenzione degli incendi, dell’adeguamento sismico delle strutture sanitarie e dell’ammodernamento tecnologico. Il ministero della Salute sarà tenuto a presentare al Comitato interministeriale per la programmazione economica una relazione annuale sullo stato di attuazione del programma complessivo di edilizia sanitaria e sull’utilizzo delle risorse accantonate.