PALERMO – Nel 2017 la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini ha raggiunto un valore pari a 2,8 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di euro relativi alla spesa farmaceutica (53,7% del totale) e 1,3 miliardi di euro relativi alle prestazioni specialistiche (46,3% del totale), incluse quelle di pronto soccorso (42,7 milioni di euro) e altre prestazioni (14,5 milioni di euro).
Questi sono alcuni dei dati contenuti all’interno del “Rapporto sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”, elaborato dalla fondazione Gimbe, giunto ormai alla quarta edizione. I dati, elaborati a partire dal rapporto 2018 della Corte dei Conti i sul coordinamento della finanza pubblica e dal rapporto Osmed 2017 dell’Aifa, mostrano una quota media pro-capite di 47,60 euro, di cui 25,50 euro per i farmaci e 22,10 euro per le prestazioni specialistiche.
Della spesa corrisposta dai cittadini, l’8% proviene dai ticket per farmaci e prestazioni sanitarie. “Tutte le Regioni prevedono sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria – si legge all’interno del rapporto Gimbe – con un’autonomia che negli anni ha generato una vera e propria ‘giungla dei ticket’: infatti, come documentato dall’Agenas nel 2015, le differenze regionali sui ticket riguardano sia le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni ambulatoriali e specialistiche, pronto soccorso), sia gli importi che i cittadini sono tenuti a corrispondere, sia le regole utilizzate per definire le esenzioni”.
Dunque, una grande variabilità contraddistingue le diverse realtà regionali. In Sicilia si osserva la seconda compartecipazione alla spesa più contenuta in Italia (40 euro), meno della metà di quella osservata nella Valle d’Aosta (97,70 euro). Una quota di spesa compartecipata uguale alla Sicilia si rileva anche in Calabria. Mentre in Sardegna si osserva il valore più contenuto in Italia (30,40 euro).
In generale, in tutte le realtà meridionali la spesa compartecipata si riduce, valori più elevati contraddistinguono le regioni centro-settentrionali. Nella parte bassa della classifica scorgiamo a sorpresa anche una regione del Nord ed una del Centro: infatti, troviamo il Piemonte (41 euro) e le Marche (43 euro). Mentre l’Abruzzo è l’unica regione che supera lievemente la media nazionale (48,30 euro).
La quota compartecipata per i farmaci oscilla tra i 34,30 euro della Campania e i 15,60 euro del Friuli Venezia Giulia. In Sicilia è pari a 31,40 euro e rappresenta i tre quarti della spesa compartecipata. Una quota particolarmente elevata contraddistingue anche la Puglia (34 euro) e la Basilicata (34 euro).
Nelle regioni meridionali si osserva la maggiore propensione ad investire il grosso della spesa compartecipata nei farmaci. Al contrario fanno le regioni settentrionali.
Mentre per le prestazioni specialistiche si passa dai 66,20 euro della Valle d’Aosta agli appena 8,60 euro della nostra regione, il valore più contenuto a livello nazionale. In questo ambito, la situazione si ribalta: infatti, nelle regioni settentrionali si tende a spendere di più, mentre le realtà meridionali riducono la spesa all’osso.