Sanremo

Sanremo 2023: Al Bano “Sì al video di Zelensky se parla di pace”

“Il conflitto rende tutti noi impotenti: che fare di concreto? Non so quali temi Zelensky affronterà, ma se sta trattando l’idea di fare la pace, la sua presenza è un bene per tutti”. Al Bano interviene così – in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ sulle polemiche nate intorno al videomessaggio del presidente ucraino che verrà ospitato nella finale del Festival di Sanremo. Intervista in cui annuncia: in Russia “non tornerò finché non finisce questo periodo nero”.

Quindici partecipazioni per il cantante pugliese

Al Bano, dall’altro delle sue 15 partecipazioni, ricorda che le incursioni dell’attualità sono stata una costante nel festival: “Ricordo il 1984, duemila operai protestavano per la possibile chiusura di uno stabilimento Italsider. Pippo Baudo fu molto intelligente e nonostante l’accusa di ‘abuso di potere’ fece salire sul palco una delegazione di metalmeccanici — miei ex colleghi, io ho lavorato alla Innocenti. Non dimentichiamo che a Sanremo è andato anche il grande Gorbaciov. Il Festival è questo: un fatto sociale, non solo canzoni”, dice il cantante che ha ospitato a casa sua dei profughi ucraini. “Sono stati qui quasi un anno. Un ragazzo è stato adottato da una famiglia americana; una mamma e suo figlio sono voluti ritornare a Sumy, la città da cui erano arrivati; e un altro ragazzo è rimasto qui in Puglia ma per ordine del giudice ha dovuto frequentare una casa famiglia: la stanza per lui è sempre aperta”.

“Sono sempre stato accolto benissimo in Russia”

Lei era finito nella lista nera dell’Ucraina per le sue simpatie putiniane . «Io sono sempre stato accolto benissimo in Russia, non ero l’unico a pensare bene di Putin, per come l’ho conosciuto non potevo che parlarne bene. Quando mi hanno bannato, mi sono rivolto all’ambasciata ucraina, ho spiegato le mie ragioni, le hanno accettate e hanno cancellato quell’azione contro di me: non la meritavo». Mai avremmo pensato a una guerra, mai avremmo pensato sarebbe durata così tanto… «Putin pensava di conquistare l’Ucraina in tre giorni e invece questo scempio quotidiano si sta ancora prolungando. Ho visto video in cui i russi fanno cose orrende agli ucraini e video in cui gli ucraini fanno cose terribili ai russi: è inaccettabile che l’essere umano si abbassi a questi livelli animaleschi. La guerra al giorno d’oggi è sinonimo di morte garantita da una parte e dall’altra; in buona sostanza non la vince nessuno. Basta vedere le macerie lasciate dalla Seconda guerra mondiale». È più tornato in Russia? «No e non tornerò finché non finisce questo periodo nero». A Putin cosa direbbe? «Di chiudere le porte della guerra e aprire le porte della pace, così facendo si becca il titolo di nuovo Hitler».