SANT’AGATA DI MILITELLO (ME) – Dalle urne di Sant’Agata di Militello, uno dei comuni più popolati dell’area metropolitana messinese (decenni fa si era addirittura ipotizzata la costituzione in provincia, anche in virtù della sua collocazione quasi mediana tra Messina e Palermo), è uscito un poker d’assi. A realizzarlo Bruno Mancuso, 67 anni, medico nefrologo, riconfermato con il 58,58 per cento di preferenze primo cittadino santagatese per un altro quinquennio. Un Mancuso bis, dunque, dopo una prima elezione nel 2004 (confermata nel 2009) e una parentesi, in occasione delle Politiche del 2013, a Roma, in Senato.
Sindaco, quali differenze ci sono rispetto ai mandati del 2004, del 2009 e quello del 2018?
“Nei quasi dieci anni precedenti ho praticamente rivoltato come un calzino la città. Poi c’è stata la parentesi romana e, nel 2018, i cittadini evidentemente si ricordavano di me e hanno voluto ridarmi fiducia. Tuttavia, quello precedente è stato un quinquennio un po’ sottotono per varie ragioni, anche personali: a cominciare dall’incidente accaduto in Croazia nell’agosto del 2019, nel quale ha perso la vita un amico fraterno, Eugenio Vinci e che ha causato il mio ricovero per alcuni giorni presso l’ospedale di Spalato. Poi, nell’aprile 2020, la morte di mio fratello Salvatore, al quale ho dedicato questa vittoria e, contestualmente, l’emergenza Covid che ha segnato profondamente tutti noi. Dunque, un mandato durante cui l’attività amministrativa è stata fortemente rallentata”.
Ma una riconferma con numeri importante equivale comunque a una promozione a pieni voti…
“Sicuramente. E di questo ringrazio i cittadini che mi hanno votato ma anche quelli che non lo hanno fatto: stiano tranquilli, io sarò il sindaco di tutti i santagatesi. I cinque anni che abbiamo davanti si prefigurano buoni per tagliare molti nastri grazie a numerosi finanziamenti collegati al Pnrr. Tra questi, l’asse viario per 12 milioni di euro e il recupero dell’ex Colonia di Iria da quasi 22 milioni, una struttura rilevante sul piano sociale, con 140 posti letto, destinata a progetti di inclusione per soggetti con disabilità e fragili e che avrà un importante impatto anche per quanto riguarda l’occupazione”.
Parlando di Pnrr non si può non toccare un tasto dolente: l’incapacità, essenzialmente progettuale, a spendere i Fondi europei rappresenta un fenomeno diffuso…
“Ho sempre sostenuto che per un Comune una grande risorsa sono i progetti, che consentono di pianificare strategie di sviluppo non soltanto in ambito strettamente locale. L’Unione europea ci dà degli importanti e consistenti strumenti, che si traducono in ingenti somme. Troppo spesso, però, per inadeguatezza delle nostre strutture, non siamo stati capaci di utilizzarle. Per fortuna le procedure previste per il Pnrr hanno snellito di molto la parte burocratica: grazie all’appalto integrato a essere finanziata è anche l’‘idea’ progettuale, vero problema per le Amministrazioni comunali, non soltanto la realizzazione degli interventi”.
Quanto spazio sarà dato alle donne nel corso di questa nuova sindacatura?
“Le donne in politica sono senza dubbio un valore aggiunto. Ritengo che mettano nell’amministrazione della Cosa pubblica la stessa sensibilità che hanno nella gestione della famiglia. Nel precedente mandato due assessori su cinque erano donne, oltre al presidente del Consiglio comunale. Vogliamo confermare questa tendenza per dare un segnale che è di sostanza e non solo di parità formale”.