Sardegna e Sicilia, “sorelle” non solo nella condizione insulare ma anche nel terribile dramma dell’emergenza incendi. In questi giorni le fiamme non hanno lasciato scampo alle aree turistiche sarde, in particolare nel Nuorese e a Cagliari.
Ecco gli ultimi aggiornamenti su quanto sta accadendo e sulle temute conseguenze di questa ennesima “ribellione” della natura.
“Centinaia di ettari di terreno sono andati a fuoco a causa degli incendi che hanno devastato la Sardegna colpendo aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio”. Il commento di Coldiretti rende l’idea del danno inestimabile, all’ambiente e agli esseri viventi, dei terrificanti incendi che nelle scorse ore hanno interessato buona parte dell’isola.
A rischio non c’è solo l’agricoltura. Un altro settore messo in ginocchio da questa ennesima emergenza – in maniera simile a quanto sta accadendo in Sicilia, dove all’emergenza incendi si è aggiunta nelle scorse settimane la questione del rogo all’aeroporto di Catania – è il turismo.
Sicilia e Sardegna, due regioni che vivono principalmente dei frutti delle proprie terre e dei turisti che passeggiano per i borghi e le spiagge, si trovano a essere le prime a dover affrontare le conseguenze di un cambiamento climatico sempre più evidente e di piani incendi che, alle volte, si rivelano insufficienti ad affrontare il “potere” della natura e della mano crudele dell’uomo.
I vigili del fuoco sono da ore in azione senza sosta per far fronte all’emergenza incendi in Sardegna con squadre a terra e Canadair. Uno degli incendi di vegetazioni più vasti ha interessato Monte Longu di Posada (NU): si è rivelato necessario evacuare precauzionalmente diverse abitazioni a causa delle fiamme, alimentate dal vento caldo.
A Quartu Sant’Elena, invece, a essere evacuato è stato un camping. Oltre agli incendi, si sarebbero verificate anche numerose esplosioni causate probabilmente da bombole di gas. A fuoco anche il canneto dello stagno di Molentargius.
L’emergenza incendi, si sa, è in parte dovuta al clima anomalo. Le temperature record, il vento estivo, la siccità… C’è però anche la mano dell’uomo dietro questo disastro ambientale, economico e sociale. In Sicilia, secondo il governatore Schifani, solo il 2% dei roghi sarebbe di origine naturale. Dietro tutti gli altri, quindi, ci sarebbe la mano dell’uomo.
Idea condivisa dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, che nelle scorse ore ha espresso “la propria ferma condanna verso gli autori di questo nuovo scempio criminale consumato a danno del patrimonio ambientale sardo”, ringraziando gli eroi che in questa situazione di emergenza si prodigano per garantire la sicurezza collettiva e limitare i danni il più possibile.
Foto e video da Vigili del Fuoco TV