CATANIA – “Avere il coraggio di saper rischiare, di vivere i propri sogni e che è necessario lavorare duro per raggiungerli”. È questo il messaggio che Pancrazio Maria Savasta, presidente del Tar di Catania, rivolge ai giovani. Un “pacchetto” di valori forti, profondi a cui ispirarsi per costruire il futuro. Aspettando, dunque, i dati che emergeranno dalla presentazione della relazione annuale all’inaugurazione dell’anno giudiziario, che avrà luogo oggi, presso il Tribunale di Catania, il QdS ha incontrato il presidente Savasta con il quale abbiamo parlato degli insegnamenti che ha lasciato la pandemia, rispetto ad una nuova organizzazione del lavoro, ed ancora di snellimento della burocrazia e di Pnrr.
La pandemia è ormai alle spalle. Cosa ha lasciato in termini di organizzazione del lavoro e dei processi?
“La pandemia è stata l’occasione per incentivare il lavoro a distanza. La Giustizia Amministrativa non si è praticamente mai fermata, affinando i sistemi del processo telematico. Per quanto riguarda il processo, le udienze programmate per lo smaltimento dell’arretrato oggi ormai vengono ex lege tenute esclusivamente con collegamento telematico. Posto che alle stesse partecipano per lo più magistrati provenienti da altri Tribunali, l’ ‘udienza a distanza’ ha reso possibile che alle stesse possano aderire un gran numero di giudici, con il duplice efficiente risultato di smaltire in misura ancora più rilevante l’arretrato e senza alcun costo per le missioni in precedenza sostenuto per il loro svolgimento. Anche il lavoro delle Segreterie ancora in parte si svolge a distanza, con notevole risparmio in termini di utilizzo delle utenze da parte dei Tribunali”.
Per tamponare la cronica ed atavica carenza di organico, potete oggi avvalervi del supporto di figure professionali inserite grazie al Pnrr. Quali sono le prospettive di stabilizzazione per queste figure?
“Oggi il Tribunale dispone di dodici funzionari amministrativi e cinque assistenti informatici. Il loro contributo è stato prezioso in particolare proprio per le udienze di smaltimento dell’arretrato. Una volta superata la fase ‘transitoria’ dello smaltimento, la loro stabilizzazione potrà contribuire a evitare che questo torni a formarsi, poiché con la loro collaborazione i giudici potranno diventare ancora più produttivi. Insistenti sono le voci relative alla loro stabilizzazione e mi risulta che gli organi di vertice della Giustizia Amministrativa si stanno spendendo in tal senso”.
Lei ha avuto modo di affermare che: “L’efficienza non si favorisce impedendo il controllo”. Allora, qual è la strada, a suo avviso, per snellire la burocrazia?
“Volendo essere estremamente sintetici due sono le strade principali: regole chiare di pertinenza del Legislatore e formazione specifica per gli operatori della Pubblica Amministrazione. Un’amministrazione ‘preparata’che si muove all’interno di percorsi legislativi ben delineati non ha la necessità di percepire con sofferenza il controllo giudiziario che è, comunque, il fondamento dello Stato di diritto, a tutela della legittimità dell’azione amministrativa e a difesa del cittadino e delle imprese”.
Guardando al suo percorso professionale, quali sono secondo lei i valori che le giovani generazioni non dovrebbero mai perdere di vista?
“Comprendere che non bisogna dare più valore ai problemi che alle soluzioni. Che occorre avere il coraggio di saper rischiare, di vivere i propri sogni e che è necessario lavorare duro per raggiungerli. Mettendo, comunque, al primo posto il desiderio di essere al servizio degli altri. Solo così si costruisce una società più giusta dove ciascuno può realizzarsi”.