ROMA – Sono ormai 140 i comuni che in Italia hanno deciso di dare la delega alla “gentilezza” ad Assessori già in carica, e che acquisiscono il compito di mettere a disposizione della comunità strumenti per generare un cambiamento sociale propositivo. L’idea nasce dall’Associazione Cor et Amor, dal 2019 impegnata in promozione sociale come ente del terzo settore.
La riflessione è doverosa, rivolta soprattutto ai giovani, con il coinvolgimento dei genitori per una educazione dei bambini alla gentilezza attraverso “attivatori sociali” cioè esponenti di ruoli fondamentali nella crescita e nella formazione dei più piccoli. Essi sono già specializzati in diversi campi – assessori alla gentilezza (comunità locale), gli allenatori alla gentilezza (sport), gli insegnanti per la gentilezza (scuola), i medici pediatri per la gentilezza (salute) e saranno dotati di strumenti centrati sulla condivisione, quali ad esempio l’Archivio delle buone pratiche di gentilezza (per favorire un effetto moltiplicatore delle stesse) e la giocopedia della gentilezza (per allenare la pratica della gentilezza attraverso il gioco). “Costruiamo gentilezza – osserva Luca Nardi, referente del progetto nazionale -. Ci siamo dati un tempo per l’attuazione del progetto: quindici anni affinché la gentilezza diventi un’abitudine sociale diffusa”.
Sentire la necessità di investire Amministratori comunali della delega alla gentilezza dà il polso di quanto fra i bambini sia indispensabile un richiamo a figure che rappresentino un valore che oggi sembra perduto. A cominciare dal mondo degli adulti, scevro da qualunque delicatezza, soprattutto sotto gli occhi dei più piccoli; le cure e gli affanni cui sono sottoposti sempre più spesso e sempre più insistentemente genitori, insegnanti, operatori sanitari e tutte le categorie che sono più a contatto con il mondo dell’infanzia, rischiano, come accade di già, di far perdere di vista, modi e propositi direzionati al bello e al civile.
Proporre la possibilità di “imparare la gentilezza” getta una luce chiara e positiva sull’evidente carenza nell’educazione dei più piccoli. D’altro canto, sociale e quotidiano determinano un clima di tensione che non giova alla crescita sana e serena dei più indifesi.
Si auspica dunque che, banalmente, i bambini da spugne, quali sono, davanti a esempi di gentilezza, in vari settori delle loro giovani vite, sul lungo periodo, riportino la situazione negativa in cui si trova oggi la società ad un livello di civiltà e gentilezza appunto, molto rarefatte (anche visti i modelli proposti in tv e nei videogiochi, realtà sempre meno virtuale per milioni di giovani menti). Necessario? Sì, decisamente, come il consolidamento dello spirito di Comunità ed il coinvolgimento di strati sociali e figure importantissime per il benessere della società futura.