Catania

Senza sonno, silenzio e libertà: residenti contro movida, citano in giudizio il Comune

Residenti del centro storico citano in giudizio il Comune di Catania. Stanchi di vivere senza essere tutelati dalle norme che regolano il quieto vivere, di non dormire, di non poter talvolta rientrare nelle proprie case, i rappresentanti del Comitato Centro Storico Bellini, Associazione Centro Storico e Comitato Gemmellaro/Sciuti, patrocinati dall’avvocato Alberto Vella, hanno deciso di intervenire. E di pretendere ciò che chiedono da anni, in alcuni casi addirittura venti.

La denuncia dei residenti

Lo scorso primo luglio, i residenti delle zone interessate dalla movida del centro di Catania, hanno presentato un esposto. “I miei clienti denunciano anni di grave disagio a causa della cosiddetta malamovida – afferma l’avvocato. Sono stati infatti violati i loro diritti costituzionali alla salute, all’inviolabilità del domicilio ed al godimento della proprietà, nonché l’imprescindibile diritto al riposo”.

Le ragioni della citazione in giudizio

Secondo i denuncianti – “La responsabilità di tali violazioni è riconducibile alla condotta colpevole del Comune – sostengono – che, pur essendo il soggetto deputato al rispetto della sicurezza, della salute e della quiete pubblica, ha omesso ogni efficace forma di controllo sul quartiere, pur a fronte dei molteplici e costanti solleciti da parte dei residenti e dei Comitati cittadini in relazione all’intollerabilità della situazione. Chiediamo quindi che il Comune venga condannato al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dai residenti, nonché che gli venga ordinato di adottare una serie di misure per rendere il quartiere del centro storico più sicuro e vivibile”.

Inquinamento acustico

Le questioni per cui è stato citato in giudizio il Comune sono in particolare la mancanza di tutela dall’inquinamento acustico e le politiche a favore di un’occupazione senza regole e senza controlli di suolo pubblico. “Si ritiene il Comun – si legge -, tra le altre cose, responsabile di non aver mai effettivamente applicato il Regolamento per la Tutela dall’Inquinamento acustico adottato nel 2013.

Centro storico invivibile

Secondo la denuncia, “le prime relazioni Arpa, effettuate nel lontano 2012, evidenziavano già il clima acustico intollerabile a cui erano sottoposti i residenti del centro storico; da allora la situazione non è mai migliorata, tutt’altro – sostengono. Si è infatti assistito ad un’escalation di aperture di locali che, pur non avendo i requisiti e le autorizzazioni necessarie, hanno fatto di alcune vie del centro delle vere e proprie discoteche a cielo aperto, dimenticando il carattere residenziale che – fortunatamente – distingue il centro storico di Catania. Diverse zone del centro storico, a seguito di una miopia politica prima e di una mancanza di applicazione delle regole poi, sono diventate tappeti di tavolini che ostacolano persino il transito in sicurezza dei pedoni e dei mezzi di soccorso, l’utilizzo dei passi carrai dei residenti e persino la sicurezza degli avventori. In questo clima di assenza di regole e di controlli, alcune zone del centro storico sono state destinate esclusivamente al divertimento notturno, dimenticando del tutto la presenza ed i diritti di chi in quelle zone ha investito per l’uso residenziale, bloccando, di fatto – concludono – il processo malsano dello spopolamento”.

Foto Associazione Centro storico