Messina

Siccità a Messina, scontro tra il sindaco Basile e la Regione

Prosegue l’emergenza idrica che da inizio estate sta investendo la città di Messina. Nonostante siano stati conclusi in anticipo i lavori di riparazione della condotta di Fiumefreddo nella zona di Santa Margherita, l’acqua in riva allo Stretto continua ad arrivare con il contagocce e a giorni alterni. Il sindaco Federico Basile ha dunque scelto di rompere gli indugi e forzare la mano all’Azienda Sanitaria provinciale attingendo da quattro nuovi pozzi in città.

Una scelta necessaria per aumentare di circa 30 litri al secondo la portata nelle case dei cittadini ormai sfiniti da un’estate estremamente torrida e oltremodo lunga. Una scelta assunta nella serata di giovedì e resa di fatto esecutiva già dalle prime ore di quest’oggi. Una differenza sostanziale e non di poco conto: l’acqua non potrà più essere utilizzata a scopo potabile.

Siccità a Messina, le raccomandazioni del sindaco Basile

“Si raccomanda l’utilizzo solo per esigenze igienico-sanitarie”, ha spiegato il primo cittadino dopo la firma dell’ordinanza. In città, come raccontato nel corso di questi mesi sul QdS e sottolineato nell’ultimo report di Legambiente in Sicilia, il già scarso afflusso idrico si disperde per oltre la metà in una rete vetusta e colabrodo.

Mille litri al secondo, la quantità attualmente disponibile per la città, alla quale andranno ad aggiungersi altri 30 litri al secondo provenienti dai pozzi di Mili e di Briga. Tutto reso possibile da un’ordinanza contingibile e urgente del sindaco Basile.

Una scelta non più procrastinabile per il tergiversare di Genio Civile e Asp, impegnata a eseguire le analisi di routine per confermare l’utilizzo dell’acqua a scopo potabile. Messina non poteva attendere oltre, come il rimpallo già verificato a inizio estate per l’esecuzione di un piano d’emergenza straordinario per l’approvvigionamento delle zone centrali e dei quartieri collinari. 

Acqua considerata potabile dal Comune – per via di analisi effettuate da due laboratori specializzati, Chemitenco Sud e Tetralab – ma è l’Azienda sanitaria ad avere l’ultima voce in capitolo. Voce che non si è ancora espressa portando Basile a rompere gli indugi. 

“Ci stiamo prendendo la responsabilità – ha spiegato il primo cittadino – di agire in deroga, dal momento che, come denunciamo dall’inizio, abbiamo dovuto affrontare un’emergenza regionale seguendo iter burocratici ordinari. Nonostante tutte le difficoltà possiamo adesso procedere ad immettere in rete l’acqua. Questo intervento rappresenta un passo importante che contribuirà a ridurre ulteriormente i disagi nelle zone della città più colpite dalla carenza idrica, migliorando la disponibilità di acqua per tutta la comunità”.

Siccità a Messina, scontro Basile-Regione

Basile che non ha lesinato ancora una volta un affondo nei confronti del sistema regionale e con le scelte assunte dal governo centrale, che ha tardato nell’attuazione della messa in moto della macchina per sbloccare risorse idriche e fondi per i siciliani: “Abbiamo messo in campo uomini, mezzi e risorse economiche, scontrandoci anche con la burocrazia per garantire l’acqua a tutti i cittadini”. 

Una vicenda paradossale che si protrae in riva allo stretto già da metà agosto, quando le richieste di giudizio di idoneità dell’acqua da destinare al consumo umano sono state presentate dall’Amam all’Asp. A inizio luglio addirittura la richiesta per attingere ai pozzi di Briga e del 12 di agosto quella relativa ai pozzi di Mili. Un ritardo che non può che essere spiegato anche con quello scontro politico in atto proprio con il presidente Schifani e gli assessorati di palazzo d’Orleans.

Dai due pozzi di Briga Marina saranno adesso disponibili per la città un totale di circa 14-15 litri al secondo; dagli altri due pozzi di Mili (pozzo Busà e pozzo Cucinotta) un flusso di circa 20 litri. Nel frattempo, però, l’acqua in città resta contingentata. Con il Comune che non ha ancora sciolto le riserve rispetto alle zone A e B di approvvigionamento a giorni alterni, stabilite lo scorso mese per fronteggiare l’assenza di acqua in una città circondata dal mare.

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