Ambiente

Siccità, i sindaci dell’Ennese con catene ai polsi occupano la sede della Protezione civile

La sede regionale della Protezione civile è stata occupata dal deputato del Pd Fabio Venezia e da quattro sindaci di Troina, Cerami, Gagliano e Nicosia, tutti Comuni dell’Ennese. I primi cittadini di Enna, con le catene ai polsi, chiedono interventi immediati in merito alla siccità: i comuni, infatti, rischiano di restare senz’acqua.

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“Mentre fra un paio di settimane la diga dell’Ancipa si prosciugherà del tutto e circa 26 mila abitanti della zona nord della provincia di Enna rischiano di rimanere definitivamente senza una goccia d’acqua – ha detto Venezia – Siciliacque continua ad erogare la risorsa idrica ai comuni di altre province e perfino al Consorzio di Bonifica di Caltanissetta. La cabina di regia aveva deliberato che a partire dallo scorso 15 novembre la poca acqua rimasta all’Ancipa doveva andare solo ai comuni della zona nord della provincia di Enna che non avevano fonti alternative“.

Siccità ad Enna, l’erogazione dell’acqua

Il capo della protezione civile Salvo Cocina ha definito “scenografica” l’iniziativa, suscitando la replica di Venezia: “Non ti permetto di dirlo, tu sei scenografico”.

Secondo i sindaci, che hanno chiesto la convocazione immediata della Cabina di regia, nei loro comuni arriverà acqua per un’altra settimana, mentre dei 120mila metri cubi usciti dall’invaso solo 20-25 mila sono arrivati nelle case dei cittadini. I sindaci si dicono pronti ad occupare, insieme ai cittadini, il potabilizzatore dell’Ancipa.

“La situazione è drammatica, perché di fatto siamo rimasti da soli in trincea, vittime di una gestione della crisi idrica che è sicuramente fallimentare” afferma uno dei primi cittadini.

L’interrogazione di Faraone

Solidarietà ai sindaci dei comuni dell’Ennese, hanno fatto benissimo a protestare pesantemente nella sede della protezione civile, basta prese per i fondelli”. Lo dichiara Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, che annuncia la presentazione di un’interrogazione al ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci.

“Dopo l’annuncio che, a partire dal 15 novembre, per i comuni del tutto dipendenti per la fornitura dell’acqua dal lago Ancipa (Troina, Nicosia, Gagliano, Cerami e Sperlinga), sarebbero stati preservati con una specifica riserva idrica, – aggiunge – non se n’è saputo più niente. Per l’incapacità e l’inerzia del governo Schifani, anziché attivare i nuovi pozzi per i comuni che avevano altre fonti di approvvigionamento, nelle ultime settimane il lago è stato quasi prosciugato e adesso la situazione è allarmante. Anche perché si continua a emungere dall’Ancipa acqua per rifornire realtà diverse dai comuni ’Ancipa dipendenti’. In questo modo si sono messe in ginocchio intere comunità, con conseguenze anche sul piano dell’ordine pubblico”.

“Per questo – prosegue Faraone – si chiede al ministero di verificare subito il livello di emungimento dell’Ancipa e la ripartizione delle risorse idriche tra i comuni. Ma anche verificare se nei comuni si stiano realizzando i pozzi, si lavori anche di notte e nei giorni festivi. Da parte nostra, faremo di tutto per sostenere i comuni che dipendono interamente dall’Ancipa. Inoltre, fra due mesi saranno prosciugati anche gli invasi che servono la città di Palermo. Vorremmo sapere che iniziative si stanno mettendo in atto. La sensazione è che vi sia la stessa approssimazione che ha portato alla crisi i comuni dell’ennese”.