La benzina ha sfondato il costo di 2 euro al litro e il gasolio lo farà a brevissimo. Cresce in modo esponenziale il prezzo del carburante e la situazione, aggravata dalla guerra in Ucraina, sembrerebbe destinata a peggiorare.
La differenza di prezzo tra le diverse stazioni di servizio è poca: c’è chi ancora riesce a vendere la benzina sotto i 2 euro al litro, ma in generale la soglia è superata anche abbondantemente. In alcuni distributori il costo della senza piombo è di 2,15 euro per litro.
Aumenta il carburante e aumenta il costo di luce e gas. Il combinato disposto rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie, ancora alle prese con la crisi economica post pandemia che, in queste ultime settimane, sta subendo altri duri colpi. Tante le imprese che rischiano di chiudere, come denunciato da Confindustria, ma la crisi ben presto colpirà famiglie e potere d’acquisto.
L’aumento senza freni del costo del carburante ha scatenato gli autotrasportatori, che a febbraio hanno creato non pochi disagi per le proteste, e non solo. Le associazioni di categoria, oggi, hanno fatto il punto in Commissione trasporti. Tra loro, qualcuno parla di un possibile blocco nazionale.
“Con i costi del gasolio che continuano a lievitare, in assenza di provvedimenti di emergenza che abbattano la pressione fiscale sui carburanti e definiscano norme di regolazione del mercato anche e specialmente per quanto riguarda i rapporti con la committenza e a tutela delle imprese di autotrasporto, il fermo nazionale di categoria è inevitabile”. Secondo Trasportounito, intervenuto attraverso il suo Segretario Generale, Maurizio Longo, “l’opzione di un blocco totale dei servizi rischia di non essere una scelta o la conseguenza di una protesta, bensì l’inevitabile conseguenza di un vero e proprio collasso di sistema”.
Scongiura il blocco nazionale del trasporto, ma non nasconde la delicatezza del momento, Giuseppe Bulla, vicepresidente nazionale di Assotir. “E’ una possibilità che noi vogliamo scongiurare – dice. Fino a quando si può costruire è nostro dovere farlo. Aspettiamo Draghi e il Consiglio dei ministri, ma è chiaro che siamo all’esasperazione e che il momento è drammatico”.
Al momento, in discussione, ci sarebbe l’aumento a 100 milioni i venti di bonus pensato per sostenere l’autotrasporto intermodale, ma Assotir, così come Trasportounito. chiedono interventi tesi a calmierare il costo del carburante. “Riducendo l’Iva – continua Bulla – o, ancora meglio, eliminando tutte quelle antiche accise che paghiamo. Alcune risalgono al secolo scorso, come quella per il Belice o per l’Irpinia. Una misura – prosegue Bulla – che, oltre tutto, avrebbe effetti collettivi e non sarebbe dedicata solo agli autotrasportatori ma anche ai consumatori”.