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Quanto vale il “caro vita” per un deputato? In cinque anni, stipendi cresciuti di 1.400 euro al mese

La polemica è esplosa quando l’aumento è stato sensibile, repentino, evidente. Ma gli stipendi dei deputati regionali non sono aumentati all’improvviso, in occasione dell’ultima Finanziaria regionale. Sono cresciuti lentamente, in realtà, anno dopo anno, col ritmo impresso dal meccanismo della rivalutazione automatica ai valori Istat rispetto al caro vita. Un calcolo che è stato messo nero su bianco dal Movimento cinque stelle.

Quanto è cara la vita per un deputato?

Adesso, in tanti sono pronti a fare marcia indietro. A mettere una pezza. A considerare quel meccanismo un insulto a tanti lavoratori. Ma dal 2014, nessuno ha mai battuto ciglio. Anche perché, è giusto dirlo, nei primi anni seguenti all’approvazione di quella norma, gli aumenti erano statati pressocché inesistenti o marginali.

Ma qualcosa è cambiato a partire già dal 2018, quando la rivalutazione Istat ha fatto crescere lo stipendio dei deputati di circa 122 euro al mese. Poca roba, si dirà. Ma è solo l’inizio. Perché l’anno dopo, ecco altri 122 euro di scatto. E così, nel 2019 l’aumento era già arrivato a circa 245 euro mensili.

Cresce ancora un po’ nel 2020, portando l’aumento complessivo a 300 euro lordi mensili (poco sopra i 11.400 euro), per poi fermarsi a quella cifra nel 2021.

Ma negli ultimi due anni, ecco l’impennata: l’anno scorso altro “scatto” da 184 euro lordi mensili, fino all’aumento della discordia, previsto nel 2023, di oltre 900 euro. Per un aumento totale, dal 2018 in poi, di 1.423 euro lordi al mese. In pratica, solo la rivalutazione equivale a un dignitoso stipendio.

Adesso in tanti ci ripensano

Ora fioccano i distinguo, le prese di distanze e persino i disegni di legge con i quali i deputati si impegnano a cancellare quella norma che ha portato a questi aumenti. Perché una volta venuta fuori la questione, fermo restando che tutto è avvenuto nell’alveo delle leggi (anzi, proprio in ottemperanza a una legge), è emersa una questione: ha senso parlare di “costo della vita” da adeguare, per un deputato che guadagna una cifra di 11.100 euro lordi al mese? In tanti se lo saranno chiesto anche all’interno dei Palazzi, visto che le “marce indietro” hanno assunto le sembianze di disegni di legge.

Il ddl di Cateno De Luca

Nel corso della Finanziaria, i gruppi parlamentari che fanno capo a Cateno De Luca avevano presentato un emendamento per sterilizzare la norma sugli adeguamenti automatici Istat. Poi però gli stessi deputati non hanno partecipato al voto segreto, facendo mancare i numeri necessari per l’approvazione. Ma proprio in quei giorni, De Luca annunciava: “Abbiamo presentato un ddl per abrogare quella norma”.

Un ddl depositato qualche giorno fa e che ha spinto gli stessi deputati a minacciare di disertare l’Aula finché non fosse stato avviato l’iter di esame del ddl.

Una schiarita è arrivata proprio ieri, con una lettera del presidente dell’Ars Galvagno che ha comunicato l’incardinamento del ddl in Commissione Affari istituzionali. “Ringraziamo per la sensibilità il presidente Galvagno – hanno detto Ludovico Balsamo, Presidente del Gruppo Parlamentare Sud chiama Nord, e. Salvatore Geraci, Presidente del Gruppo Parlamentare Sicilia Vera – Riteniamo che tra qualche settimana la nostra proposta possa arrivare in aula per essere discussa e approvata. Al di là dei vari proclami di alcuni colleghi parlamentari che fanno a gara oggi su chi la spara più grossa annunciando iniziative benefiche e altro, l’unica risposta concreta e seria che si possa dare alla Sicilia e ai siciliani – proseguono Balsamo e Geraci – è procedere alla votazione nominale e palese in aula della nostra proposta di legge per eliminare l’aumento dettato dall’adeguamento Istat”.

Nel frattempo, però, sono arrivati anche un ddl con la stessa finalità presentato da Fratelli d’Italia e quello col quale il Movimento cinque stelle, oltre a prevedere la stessa abrogazione della norma sulla rivalutazione Istat propone un taglio da quattromila euro agli stipendi dei deputati. Come a dire: il caro vita non può riguardare anche noi.