Politica

Redditi all’Ars, Cateno De Luca il paperone tra gli onorevoli. E c’è chi guadagna più di 100mila euro

Chi rientra a pieno titolo tra i ricchi, chi più comodamente tra i benestanti e chi – appena varcata la soglia di palazzo dei Normanni – registra un tenore di vita simile a quello di molti siciliani. È la fotografia che arriva dall’Assemblea regionale siciliana, dove da poco sono stati resi pubblici gli aggiornamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e allo stato patrimoniale dei deputati. Il Quotidiano di Sicilia ha dato un’occhiata ai documenti caricati sul sito dell’Ars, confrontandoli in alcuni casi con le dichiarazioni precedenti: i riferimenti temporali sono gli anni d’imposta 2021 e 2022, quest’ultimo particolarmente significativo perché coincidente con le elezioni che hanno rinnovato la composizione del parlamento siciliano, passato per la prima volta nella storia da 90 a 70 onorevoli.
A disciplinare le modalità di pubblicazione dei documenti sono la legge regionale 128 del 1982, successivamente aggiornata nel 2014, e il decreto del presidente dell’Ars 271 del 2013. La normativa prevede la pubblicazione dei coniugi e dei parenti fino al secondo grado dei deputati, ma soltanto nel caso gli stessi siano consenzienti.

De Luca il più ricco

Con quasi mezzo milione di euro di scarto dal secondo, il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è il politico più ricco tra quelli eletti nel 2022 all’Assemblea regionale siciliana. De Luca, che in quell’occasione si candidò anche alla presidenza, sfida che conta di lanciare nuovamente alle prossime Regionali, nel 2023 ha dichiarato 710.193 euro. Si tratta – così come per tutti gli altri componenti dell’Ars – del reddito complessivo, e dunque una cifra da intendersi lorda. La dichiarazione precedente, fatta nel 2022 e facente riferimento alle attività svolte nel 2021, alla medesima voce riportava la cifra di 498.114. De Luca, oltre a essere un politico – attualmente deputato regionale e sindaco di Taormina –, è socio unico di Dioniso srl e fondatore di Fenapi, la Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori. In passato il leader di Sud chiama Nord, che ieri ha incassato l’abbandono del partito da parte di Ludovico Balsamo, passato al gruppo Popolari e Autonomisti, ha dichiarato redditi anche abbondantemente superiori al milione di euro.

Chi supera quota centomila

Dietro Cateno De Luca, la classifica dei redditi più alti raccoglie esponenti soprattutto di centrodestra, ma non mancano deputati di centrosinistra e del Movimento 5 stelle. Il secondo più ricco dell’Ars è il deputato di Forza Italia Nicola D’Agostino. Il politico acese nel 2023 ha dichiarato 226.005 euro, quasi cinquantamila in più rispetto alla precedente dichiarazione. Sul terzo gradino del podio c’è invece Gianfranco Miccichè, storicamente legato al partito fondato da Silvio Berlusconi ma formalmente appartenente al gruppo misto dopo i dissidi con i vertici regionali degli azzurri. Miccichè, che nella legislatura precedente è stato presidente dell’Ars, ha dichiarato 191.275 euro, una cifra decisamente superiore a quella guadagnata nel 2021 (e riportata nella dichiarazione 2022), quando il dato superava di poco i 98mila euro.

Tra chi ha dichiarato più di centomila euro ci sono Giorgio Assenza (Fdi) e Gaetano Galvagno. Da novembre 2022 presidente dell’Ars, Galvagno ha dichiarato nel 2023 poco meno di 146mila euro, mentre nella dichiarazione 2022 i redditi complessivi ammontavano a circa 78mila euro. Redditi sopra i centomila euro anche per il forzista Stefano Pellegrino (138.263 euro), l’esponente del Pd Giovanni Burtone (119.731 euro), il cinquestelle Antonio De Luca (118.521 euro), il meloniano Dario Daidone (117.494 euro) e infine Renato Schifani. Il presidente della Regione, che è anche deputato all’Ars, ha dichiarato nel 2023 113.968 euro.
Della lista potrebbe far parte anche il leghista Salvatore Geraci, che nel 2022 dichiarò redditi per oltre 156mila euro, mentre il dato relativo al 2023 non è visibile per un errore nel caricamento della nuova dichiarazione. Stesso errore anche nel caso della cinquestelle Cristina Ciminnisi (nel 2022, poco più di 20mila euro) e della dem Valentina Chinnici (nel 2022, poco più di 50mila euro).

Gli assessori deputati

Oltre a Schifani, tra i componenti del governo regionale ci sono diversi assessori che occupano uno scranno a sala d’Ercole. È il caso di Roberto Di Mauro, l’autonomista con il reddito più alto (83.838 euro) che guida l’assessorato Acque e Rifiuti. Seguono l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Aricò (Fdi – 98.695 euro), l’assessora al Turismo Elvira Amata (Fdi – 77.464 euro), l’assessora alla Famiglia Nuccia Albano (Dc – 76.294 euro), l’assessore alla Formazione professionale Mimmo Turano (Lega – 74.884 euro) e l’assessore democristiano alle Autonomie locali Andrea Messina, che ha dichiarato nel 2023 39.529 euro. Marco Falcone (Fi), fresco di dimissioni da assessore all’Economia dopo essere stato eletto all’Europarlamento, nel 2023 ha percepito redditi per 73.916 euro.

I redditi più bassi

Dall’altro lato della classifica, guardando ai redditi più bassi, spiccano i nomi di chi nel 2022 è stato onorevole soltanto per pochi mesi, in quanto freschi di elezione all’Ars (le Regionali si tennero a settembre). Tra questi sono in quattro ad aver dichiarato nel 2023 redditi inferiori a 20mila euro: l’esponente della Democrazia cristiana Carmelo Pace (18.310 euro), il dem Tiziano Spada (17.423 euro), la cinquestelle Martina Ardizzone (17.040 euro) e infine il deputato di Sud chiama Nord Ismaele La Vardera, che nel 2022 ha guadagnato poco più di 10mila euro.