Alcune particolari perturbazioni che colpiscono il Mediterraneo vengono classificate tecnicamente con il termine di “TLC”, o “Tropical Like Ciclones”.
In gergo meteorologico li chiamiamo “Medicane“, gli Uragani Mediterranei. Per caratteristiche interne e per forza i “TLC” non hanno nulla da invidiare ai classici cicloni tropicali (che vengono chiamati “Uragani” nell’oceano Atlantico, “Tifoni” nell’oceano Pacifico e “Cicloni” nell’oceano Indiano, ma sono lo stesso identico fenomeno) che sferzano il settore tropicale dell’Atlantico, il Pacifico e l’oceano Indiano.
Essendo caratterizzati internamente da un “cuore caldo”, ben presente soprattutto nei bassi strati, i “TLC” si differenziano notevolmente dai più comuni cicloni extratropicali che si formano continuamente tra l’Europa e il bacino del Mediterraneo (le classiche ondate di maltempo), e sono molto più violenti.
I Medicane hanno solitamente una estensione molto più limitata, ma attorno al profondo minimo barico riescono a conservare una grandissima potenza che spesso si traduce con una intensa attività convettiva al centro, dove si possono celare dei sistemi temporaleschi particolarmente attivi, e da venti molto forti e turbolenti, spesso sotto forma di tempesta anche se il “Fetch” non raggiunge mai grandi estensioni concentrandosi proprio a ridosso dell’occhio.
Un’altra caratteristica dei “TLC” è rappresentata dalla loro grande “barotropicità”, tipica delle perturbazioni tropicali, al contrario delle depressioni extratropicali delle medie latitudini che sono caratterizzata da “baroclinicità”. Questi profondi vortici ciclonici tropicali mediterranei si formano molto spesso nella stagione autunnale, fra Agosto e il mese di Gennaio, più frequentemente tra Settembre e Dicembre, nel periodo dell’anno in cui le temperature delle acque superficiali dei mari mediterranei raggiungono i massimi valori, anche con picchi di +27°C +28°C anche intorno all’Italia, come accaduto appunto quest’anno.
Le animazioni dei satelliti meteo consentono più di ogni altro strumento di monitorare le condizioni meteorologiche in diretta, illustrando la direzione delle nubi e l’evoluzione di ogni situazione meteo in tempo reale.
Secondo le ultimissime osservazione (ore 17:30 di lunedì 26 ottobre) l’occhio del ciclone si trova in questo momento a Sud Est della Sicilia, sul mare Ionio.
Dopo un lunedì 25 piuttosto difficile sul fronte meteo per le estreme regioni meridionali e, in particolare, per l’area ionica della Calabria, anche la giornata di martedì 26 vedrà proseguire lo stato di emergenza sulle medesime regioni, con un parziale coinvolgimento anche del resto del Sud e di parte dei settori adriatici del Centro.
A rischio di forti piogge e nubifragi dunque saranno ancora una volta l’area ionica Calabrese fino a quella più orientale siciliana. Al Centro un passaggio perturbato interesserà dapprima le regioni tirreniche, per poi trasferirsi a quelle adriatiche. Le precipitazioni potrebbero risultare consistenti sul basso Lazio e sui settori adriatici.