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La Sicilia resta in zona arancione nonostante Rt a rischio basso

La Sicilia confermata zona arancione per un’altra settimana nonostante l’Rt sia 0,89 e quindi la regione rientra a pieno diritto tra quelle a rischio “basso”.

Dunque non cambia nulla per il mondo produttivo, ristoratori in primis, che non potranno ospitare clienti ancora per una settimana. Mentre monta il malcontento per quelle che vengono considerate misure eccessivamente restrittive alla luce dei miglioramenti fatti dalla nostra regione e del confronto con il resto d’Italia.

In generale l’Rt, l’indice di contagio del coronavirus, in Italia passa dallo 0,85 della scorsa settimana allo 0,89. La nostra regione dunque è in perfetta media italiana. Cambia solo il colore che la contraddistingue dalle altre. Per l’appunto, l’arancione.

Intanto la curva dei contagi da Coronavirus in Italia decresce, lenta. Ma “il dato un po’ più significativo è che questa settimana in tutte le regioni e province autonome abbiamo una decrescita” nell’incidenza di Covid-19, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero Salute.

“C’è una decrescita dell’età mediana della diagnosi. Le persone che contraggono l’infezione continuano ad avere un’età mediana più bassa. La scorsa settimana era di 42 anni, questa settimana di 41. E la stessa cosa vale per il ricovero. Passiamo dei 66 anni della scorsa settimana ai 65 di questa” ha aggiunto il presidente dell’Istituto superiore di sanità.

“Anche i ricoveri per Covid-19” in Italia “ci segnalano dei dati importanti: abbiamo per quanto riguarda l’area medica una percentuale di occupazione pari al 29% rispetto al 32% della settimana precedente, e per quanto riguarda le terapie intensive il 27%, contro il 30% della settimana precedente” ha evidenziato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “In numeri assoluti – ha detto – si è passati da 2.748 a 2.423 ricoverati nelle terapie intensive, secondo dati al 5 maggio e per le aree mediche da 20.312 a 18.176 ricoverati. Questi sono segnali positivi per quanto riguarda soprattutto la resilienza”.