“Con la decisione di mantenere lo stato del ‘copia e incolla’ rispetto alla cronoprogrammazione delle attività consortili – tali e quali a quelle degli anni precedenti – Sammartino in Sicilia mette a knock out il settore agro-silvo-pastorale“: così esordisce Ernesto Abate, della Sifus Confali, in una nota sulle esigenze dei lavoratori del settore.
Dopo la “vittoria” sul turnover per i lavoratori dei Consorzi di Bonifica e la partecipazione alle manifestazioni al fianco degli agricoltori coinvolti nelle proteste dei trattori, l’associazione sindacale non si ferma e continua a rivendicare i diritti dei lavoratori del settore primario stremato dalla crisi.
Si attende il giudizio di legittimità costituzionale in merito alla legge di stabilità finanziaria 2024 approvata e pubblicata in gurs n 3 del 31 gennaio 2024, in cui sono contenuti gli articoli 7 e 50 che riguardano rispettivamente le misure economiche relative per procedere al turnover nei Consorzi di Bonifica e alla equiparazione dei criteri stabiliti nel nuovo accordo Stato regione che sposta il beneficio di tale misura al 125% nel 2024 e 2025 e al 100% nel 2026. E il “timore” principale della Sifus è proprio per gli operatori del settore agro-silvo-pastorale.
“L’organo di controllo in questione è il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, risponderà entro 60 giorni e fino ad allora sarà mistero… poi, nel caso di accettazione, partirà l’iter stabilito dai decreti attuativi”.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Nella sua nota, il segretario Ernesto Abate fa luce sulla mancanza di personale: i Consorzi di Bonifica “hanno una carenza di organico di oltre 500 unità di lavoro professionali a tempo indeterminato” e “hanno a disposizione una platea di circa 800 lavoratori che lavorano una porzione dell’anno (3, 4, 6 mesi l’anno)”. Per la Sifus ” un dato oggettivo che i Consorzi di Bonifica rimarranno senza operatori in campo“.
“Altro che unità di crisi, in Sicilia non si vede luce in questo tunnel poiché manca l’unità di intenti e la capacità di investimento manageriale pronta a scommettersi”, aggiunge l’associazione sindacale, chiedendo “maggiore coraggio politico” per rispondere alle esigenze del settore agro-silvo-pastorale, che tra crisi e rincari da tempo è tra i più in difficoltà in Sicilia.