Mentre continua la protesta dell’opposizione contro le mancate dimissioni del sindaco Giuseppe Capizzi, a Maletto – centro alle pendici dell’Etna finito al centro delle cronache per il coinvolgimento del proprio primo cittadino nello scandalo corruzione che ha travolto la struttura commissariale contro il rischio idrogeologico – gli animi rischiano di infiammarsi ancor di più.
Potrebbe accadere in occasione della prossima seduta di Consiglio comunale, quando la minoranza sarà tenuta a ripresentarsi in aula per non rischiare di pregiudicare il mantenimento dei seggi a causa delle ripetute assenze.
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Il ritorno dei quattro esponenti dell’opposizione potrebbe accompagnarsi a una nuova polemica sul tema che ha monopolizzato il dibattito pubblico in queste settimane: la decisione di Capizzi di rimanere al proprio posto, dopo avere ammesso di avere corrotto da imprenditore Maurizio Croce, l’uomo che per oltre un lustro ha guidato una delle stazioni appaltanti più importanti della Sicilia.
All’origine del nuovo caso c’è proprio un appalto, assegnato dal Comune di Maletto a una ditta che, nel 2022, sarebbe stata usata dal sindaco Capizzi per realizzare alcuni dei favori promessi a Croce.
Poco più di 145mila euro. È con questa somma che a Maletto il centro comunale di raccolta dei rifiuti verrà ammodernato. L’opera sarà realizzata con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, grazie a un finanziamento ottenuto dal Comune la scorsa primavera, due mesi prima delle elezioni che avrebbero visto vittorioso Capizzi sull’uscente Pippo De Luca, oggi capo dell’opposizione. Il 5 aprile, l’ufficio tecnico ha deciso di affidare il compito di eseguire gli interventi a Salvatore Pettina, 48enne titolare di una ditta individuale.
L’affidamento è avvenuto in linea con le norme previste dal nuovo codice degli appalti. Entrato in vigore nel 2023, prevede che per lavori di importo inferiore ai 150mila euro le pubbliche amministrazioni possano scegliere direttamente chi dovrà occuparsi della realizzazione delle opere, senza bisogno di indire gare. Pettina ha accettato l’incarico proponendo un ribasso sulla base d’asta del sette per cento. Il nome dell’imprenditore, pur non risultando tra gli indagati, compare oltre una quarantina di volte nelle carte dell’inchiesta della procura di Messina, che ha portato all’arresto di Croce e al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per Capizzi.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la ditta di Pettina sarebbe servita a Capizzi per evitare che potessero emergere legami diretti tra se stesso e Carmelo Vazzana, l’ex direttore di Arpa ritenuto il titolare di un negozio di abbigliamento nel centro di Messina.
A inizio 2022, l’impresa di Capizzi si stava occupando dei lavori banditi dalla struttura commissariale per interventi di riqualificazione nel torrente Bisconte-Cataratti. Tra gli accordi stipulati con Croce, ci sarebbe stata la disponibilità da parte dell’imprenditore e futuro sindaco di Maletto di eseguire lavori nel negozio di Vazzana, legato da lunga amicizia a Croce.
Per farlo, Capizzi si sarebbe servito di Pettina, ma solo sulla carta. Gli investigatori, infatti, ascoltando le conversazioni di Capizzi a febbraio 2022 si imbattono in alcuni dialoghi da cui si evince che il direttore dei lavori all’interno del negozio “avesse chiesto a Capizzi i dati identificativi della ditta da indicare, solo formalmente, nei documenti e individuata nell’impresa edile di Pettina Salvatore”.
“Ciao Giuseppe, quando puoi ci sentiamo? Mi servirebbero questi dati dell’impresa e una scansione della firma di Pettina con timbro”, è il testo di un messaggio inviato dal direttore dei lavori a Capizzi. A marzo è Vazzana a fare riferimento alla soluzione concordata per la realizzazione dei lavori. In una telefonata con un’amica, l’amico di Croce parla delle titubanze del direttore dei lavori. “Timori palesati – si legge nell’ordinanza – in merito alla difformità della documentazione che dovrà sottoscrivere da inviare agli enti competenti ove figura che i lavori sono eseguiti dalla ditta individuale riferibile a Pettina mentre di fatto gli operai sono dipendenti delle imprese di Capizzi”.
Se a Messina il contributo di Pettina sarebbe stato soltanto formale, mettendo a disposizione gli elementi identificativi della propria società, il 48enne di Maletto avrebbe avuto un ruolo più centrale in un’altra regalia offerta da Capizzi al giro di Croce. È il caso di un forno in pietra da costruire a casa dell’abitazione di Rossella Venuti, 44enne funzionaria dell’ufficio del Commissario di governo.
A casa della donna, che figura tra gli indagati della procura di Messina, avrebbe lavorato Pettina in persona. A confermarlo agli inquirenti è stato lo stesso imprenditore che si occuperà dei lavori al centro comunale di raccolta dei rifiuti di Maletto. Sentito dalla guardia di finanza il 29 settembre e il 15 dicembre 2022, il 48enne “ha confermato – si legge nell’ordinanza – di aver costruito un forno su incarico di Capizzi, che gli aveva fornito il materiale, e con l’aiuto di un operaio di Capizzi”. Agli investigatori, Pettina ha anche detto di “non aver emesso alcuna fattura, ma che la avrebbe comunque emessa all’indirizzo di Capizzi” e “di non aver mai interloquito sul punto con i proprietari dell’abitazione”.
Agli atti dell’indagine ci sono anche alcune intercettazioni tra Capizzi e Pettina. “Vedi che devi fare sto forno a Messina, che gli ho promesso che glielo faccio”, dice il primo il 30 giugno. Pettina replica: “E tu glielo fai, tu prometti sempre, gli devi dire che ci vuole pazienza, e mi scommetto che glielo devi regalare tu”. Al che Capizzi taglia corto: “Non sono cazzi tuoi quello che devo fare io. A te basta che ti viene pagata la giornata, punto”.
Pochi giorni dopo, Capizzi torna a sollecitare il 48enne, chiedendo di mettersi all’opera in modo che il forno sia pronto per Ferragosto. “Questa il 14 agosto si deve infornare le pizze”, sottolinea Capizzi. Pettina, dal canto suo, dopo aver fatto presente di avere la necessità di organizzare i propri lavori, commenta: “Fammi sistemare le mie cose e vediamo come posso. Non essere sempre insistente, tu le tue cose te le sistemi e a me le devi rompere”.
Contattato per un commento sull’assegnazione dell’appalto per il centro di raccolta alla ditta di Pettina, alla luce dei rapporti emersi con il 48enne piccolo imprenditore nell’inchiesta della procura messinese, Capizzi chiosa: “Deve chiedere all’ufficio tecnico”, rimarcando come la selezione degli operatori economici a cui affidare i lavori pubblici sia un compito che spetta all’apparato burocratico e non alla politica.
Tuttavia, è possibile che prossimamente sarà proprio la politica a portare in Consiglio comunale il tema dell’opportunità delle scelte effettuate dall’amministrazione. Il ritorno in aula della minoranza, che a fine marzo ha annunciato che non avrebbe partecipato più ai lavori consiliari come forma di protesta per le mancate dimissioni di Capizzi, difficilmente servirà a placare le tensioni delle ultime settimane.
“Ognuno ha libertà di pensiero e può fare ciò che vuole nel rispetto delle responsabilità che ha – replica il sindaco al Quotidiano di Sicilia – Noi avremmo preferito avere un’opposizione attenta, presente e che fosse aperta a dare un supporto per aiutare la cittadinanza anziché criticare solo perché l’attività è svolta dalla maggioranza. Checché se ne voglia dire, abbiamo resuscitato il paese e la cittadinanza – continua Capizzi – è tutta contenta. Forse alla minoranza non va bene che l’amministrazione sta svolgendo un bel lavoro, direi senza precedenti”.