Raccolta rifiuti a Catania e Palermo, l'appello di Legambiente

Raccolta rifiuti a Catania e Palermo, l’appello di Legambiente: “Operare bene e presto”

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Raccolta rifiuti a Catania e Palermo, l’appello di Legambiente: “Operare bene e presto”

Redazione  |
domenica 03 Marzo 2024

I dati delle due città siciliane

“Se i Sindaci di Catania e Palermo “operassero bene e presto” per garantire ai cittadini un servizio di raccolta domiciliare efficiente e puntuale, avremmo città più pulite e non avremmo bisogno di spendere quasi 1 miliardo di euro per costruire due inutili e inquinanti inceneritori”. Queste le parole di Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia.

Raccolta rifiuti: “Palermo e Catania responsabili del collasso delle discariche”

“Non ci stupiscono le felicitazioni del Sindaco di Catania per la nomina di Schifani a commissario straordinario per la realizzazione di due inceneritori. Ci fa sorridere invece, amaramente, – continua Castronovo – l’auspicio di operare bene e presto. Insomma, si tratta del Sindaco di una delle due città metropolitane (l’altra a scanso di equivoci è Palermo) che hanno le maggiori responsabilità nel collasso delle più grandi discariche siciliane (Bellolampo e Lentini) grazie ad una produzione di rifiuti indifferenziati annui pari alla metà di quella complessivamente prodotta nella nostra regione. I dati delle percentuali di raccolta differenziata in queste due città sono inequivocabili: 16% Palermo, 33% Catania. Dati che altrettanto inequivocabilmente dimostrano che in questi anni, cosi come in questo ultimo anno e mezzo dalle elezioni di Trantino e Lagalla, “non si è operato bene e presto”.

Raccolta rifiuti: “Operare bene e presto”

Se i Sindaci di Catania e Palermo “operassero bene e presto” per garantire ai cittadini un servizio di raccolta domiciliare efficiente e puntuale, che punti alla riduzione della produzione di rifiuti e a riciclo, avremmo città più pulite e non avremmo bisogno di spendere quasi 1 miliardo di euro per costruire due inutili e inquinanti inceneritori per bruciarne 800.000 tonnellate di rifiuti potenzialmente differenziabili. Non sono questi gli impianti che servono alla Sicilia e ai siciliani per gestire il Ri-ciclo integrato dei rifiuti e realizzare l’economia circolare e la transizione ecologica.

Raccolta rifiuti: “Spendere bene i soldi”

Occorrono gli impianti per trattare e valorizzare l’organico per trasformarlo in compost e biogas (a cui si oppone il sindaco Trantino), quelli per trattare carta, vetro, plastica, metalli, Raee, legno e prodotti assorbenti e per trasformarli in materia prima seconda, facendo diventare i nostri rifiuti differenziabili una miniera d’oro. Invece, nell’aggiornamento del Piano regionale dei Rifiuti è previsto – conclude Castronovo – che a Palermo e Catania, piuttosto che spingere proprio sulla raccolta differenziata domiciliare, si passi ai c.d. cassonetti intelligenti stradali e alla raccolta multimateriale. Un sistema di raccolta che, laddove è stato introdotto, ha fallito il raggiungimento degli obiettivo di riciclo. C’è necessità di operare bene e presto (e di spendere bene i soldi) ma nella direzione dell’economia circolare e della transizione ecologica anziché in progetti inutili e ambientalmente insostenibili che appartengono al passato”.

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