Cronaca

Siracusa, anziano bruciato vivo, condanna definitiva per un giovane

Nella giornata di ieri, agenti della Squadra Mobile hanno eseguito un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania, nei confronti di Marco Gennaro, di 25 anni, che dovrà espiare una pena di 16 anni di reclusione per i reati di atti persecutori, violazione di domicilio e omicidio aggravato.

Le attività investigative, all’epoca dei fatti esperite dagli investigatori della Squadra Mobile aretusea, fecero luce su un efferato delitto che, nell’ottobre del 2016, fu tristemente riportato alla ribalta delle cronache giudiziarie nazionali.

Nella notte tra l’1 ed il 2 ottobre 2016, Marco Gennaro, insieme al complice, Andrea Tranchina, di 23 anni, anch’egli condannato per il medesimo reato, si introdusse all’interno dell’abitazione dell’anziano Giuseppe Scarso. Il 79enne, conosciuto come Don Pippo, veniva aggredito e poi dato bruciato vivo, nei pressi della sua abitazione in via Servi di Maria nel quartiere Grottasanta, a Siracusa, e dopo due mesi, il 14 dicembre 2016, moriva in un letto di ospedale.

Marco Gennaro, era stato già condannato, nel luglio 2018, a 10 anni di reclusione al termine del processo celebrato con il rito abbreviato.

Condannato, con la pena di 4 mesi anche Sebastiano Amorelli, 20 anni, accusato di stalking, ma non aveva partecipato al blitz mortale in cui Don Pippo. Il 20enne Andrea Tranchina, invece, colpevole di omicidio volontario, invece, è stato già condannato a 20 anni di reclusione. Poi, in chiusura del processo di secondo grado a carico del giovane siracusano, i giudici della Corte d’Appello di Catania, hanno stabilito la condanna a diciassettenne anni di reclusione.

Marco Gennaro, dopo le incombenze di legge, è stato condotto nel carcere di Ragusa per espiare la sua pena.