Un faro puntato sul sistema economico-plurale del comprensorio catanese. Questo il tema dell’incontro che si è svolto nella mattinata di sabato 13 maggio all’Auditorium di Palazzo della Cultura a Catania e che ha coinvolto i soci imprenditori del Lions club international-Distretto108 Yb Sicilia-V Circoscrizione.
Tra i presenti alla tavola rotonda il presidente del Lions Club Catania Host professor Orazio Licciardello, il Past Governatore Distretto108 Yb Sicilia Antonio Pogliese e il presidente del CdA di Ediservice Srl, nonché direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua.
“L’impresa non nasce per sé. L’impresa nasce per idee, si costruisce sulla base di competenze che le persone acquisiscono e che si mostrano capaci di correre dei rischi calcolati“, ha sottolineato in apertura di incontro il presidente Orazio Licciardello.
“Di competenze e conoscenze, nel nostro contesto, ne abbiamo molto bisogno. Particolarmente importanza assume il ruolo di chi fa impresa e la sua rappresentazione sociale nella realtà. Ovviamente, senza delirio di onnipotenza. Nessuno di non può considerarsi di essere il Creatore o il deus ex machina. Certamente, ognuno di noi, anziché essere spettatore, può diventare – consapevolmente o meno – attore”, ha aggiunto Licciardello.
“Catania è stata definita per tanto tempo la ‘Milano del Sud’ o la ‘capitale dell’Etna Valley’, ma si è trattato solo di definizioni a effetto”, ha commentato Antonio Pogliese. “In Sicilia – ha proseguito – il PIL dell’intera Regione è poco meno di 90 miliardi l’anno. Di questi, il 20% è un prodotto del ‘sistema Catania’, il cui 15% deriva dalle imprese insediate nella Zona Industriale”.
“Il rapporto del PIL siciliano con quello italiano è del 4,73%. La politica dello sviluppo del Sud è stata assolutamente fallimentare. Se dovessimo ragionare con una mentalità aziendalista dovremmo buttare via tutto ciò che ha concorso a determinare queste condizioni”, ha aggiunto il Past Governatore Distretto108 Yb Sicilia.
“Possiamo parlare ancora di questione Meridionale? Dovremmo parlare, invece, di una questione siciliana al di là della questione del Mezzogiorno. I 25 punti di differenza nella produzione del PIL tra Nord e Sud non sono stati distribuiti in proporzione tra le varie Regioni del Meridione. Il resto del Sud arranca, ma la Sicilia è ferma“, ha osservato Pogliese.
Al direttore del QdS sono state affidate le considerazioni di sintesi della tavola rotonda. “Noi stiamo tentando di cambiare la prospettiva di valutazione del Sud, perché dopo i fallimenti della Cassa del Mezzogiorno e di altri provvedimenti, è necessario il Sud non venga più considerato ‘il problema’, bensì uno dei diversi problemi nazionali che vanno affrontati allo stesso modo”, ha esordito il direttore Tregua, ricordando l’impegno assunto dal Quotidiano di Sicilia di trasferire, anche in ambito nazionale, le criticità che attanagliano l’Isola e i suoi cittadini.
“Il reddito pro capite della Sicilia è di 17mila euro, mentre in Lombardia è di 35mila euro. Addirittura, in Svizzera, si parla di 75mila euro. Facendo altri confronti, dobbiamo pensare che Malta cresce ogni anno del 5%. La Sicilia è retrocessa: dal 2000 a oggi, il PIL della Sicilia non cresce ed è sceso dopo il periodo della pandemia senza riuscire a raggiungere il valore precedente”, ha aggiunto ancora Carlo Alberto Tregua.
Spazio poi alla situazione relativa alle infrastrutture in fase di realizzazione in Sicilia. “La Rete Ferroviaria Italiana sta finalmente realizzando la linea Messina-Catania-Palermo per la quale ha investito 5,3 miliardi di euro. Ma c’è un problema: non si tratta di alta velocità, ma di bassa velocità”, ha osservato Carlo Alberto Tregua.
“In Italia esiste già una rete ad alta velocità da 350 km/h che, arrivando a Salerno, si sposta verso Est lungo la dorsale adriatica. Parallelamente, in Francia, si sta costruendo quella a 500 km/h. Quella siciliana è una rete nuova che forse vedrà la luce tra 10 anni, ma che viaggerà a 200 km/h. Nasce una rete già obsoleta”, ha aggiunto ancora il direttore.
Perché accade tutto questo e altro ancora? Perché “ai vertici” delle istituzioni “non ci sono persone preparate e qualificate professionalmente, a eccezione di alcuni casi. I cittadini devono farsi sentire, diversamente da come avvenuto finora. D’altro canto, c’è una classe politica siciliana che si trova al Governo che non si fa sentire. I cittadini devono chiedere un cambiamento perché la macchina pubblica non funziona”, ha ribadito il direttore Tregua.
Il direttore del Quotidiano di Sicilia, in conclusione del suo intervento, ha voluto ricordare alcuni degli scopi del Lions club, tra i quali “partecipare attivamente, essere presenti e parte integrante delle istituzioni“. Però fare ciò risulta necessaria “un’interlocuzione continua con il presidente della Regione” a livello siciliano e, a livello di circoscrizione, avere “interlocuzioni continue con i sindaci” del territorio.
“Dobbiamo avere sempre più consapevolezza della forza di questa associazione per partecipare efficacemente alle attività delle istituzioni comunali, regionali e nazionali”, ha concluso Carlo Alberto Tregua.