Cronaca

“Alfonso Cicero e le sue origini”, il dossier di Montante per colpire l’ex presidente Irsap

Alfonso Cicero e le sue origini”: questo il nome del dossieraggio – di circa 300 pagine – a carico dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, per colpire l’ex presidente dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap), testimone chiave e parte civile nell’ambito del processo sul cosiddetto “sistema Montante“.

Il prossimo appuntamento con il maxi processo – che vede l’ex presidente di Confindustria Sicilia ed ex paladino dell’antimafia al centro di un presunto sistema di corruzione e rivelazioni di segreti d’ufficio, con la complicità di esponenti politici, imprenditori e perfino di membri delle forze armate – è previsto per il 23 settembre, pochi giorni dopo quello del 16 settembre in cui – dopo le giornate in aula dell’1 e dell’8 luglio – gli inquirenti hanno riascoltato Cicero.

Sistema Montante, la testimonianza di Alfonso Cicero in aula

I pubblici ministeri Claudia Pasciuti, Davide Spina e Dario Bonanno hanno ascoltato – lo scorso 16 settembre – il “teste chiave” Alfonso Cicero, parte civile nel processo sul “sistema Montante”, nell’aula bunker di Caltanissetta. L’ex presidente dell’Irsap sarà al centro anche dell’udienza del 23 settembre, dove i difensori delle parti civili – compreso l’avvocato difensore di Cicero, Annalisa Petitto – potranno intervenire e formulare domande per poi lasciare spazio per l’intervento dei difensori degli imputati.

Cicero ha più volte raccontato le molteplici ritorsioni accertate nei suoi confronti in aula, che hanno procurato al testimone innumerevoli danni sotto ogni profili. Già dal 2009 avrebbe subìto accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia per mano della “rete” messa in piedi da Montante, nonché ritorsioni a seguito dell’attività di dossieraggio costruita a suo danno ed emersa dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta.

La magistratura ha accertato che Montante avrebbe redatto un dossier contro di lui, sequestrato dalla Squadra Mobile, in cui erano annotate anche le ritorsioni ideate ai danni dell’ex presidente dell’Irsap dal 2015 in poi. Ritorsioni messe in atto da membri della “rete” di Montante, un elenco che comprende “l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta, Mariella Lo Bello e Mariagrazia Brandara, nominate da Crocetta su input di Montante rispettivamente come assessore regionale alle Attività Produttive e commissario ad acta dell’Irsap. In cambio delle nomine, Lo Bello e Brandara avrebbero “imbastito e posto in essere negli anni, in modo spietato, un esteso ‘piano ritorsivo‘, ideato da Montante”, per colpire Cicero sotto ogni ambito e profilo. Un piano che comprendeva, secondo il testimone chiave, “attività ispettive punitive”, presunte dichiarazioni mendaci e altre attività volte ad allontanare Cicero dal settore industriale.

Nella testimonianza di Cicero nel processo sul sistema Montante ha trovato spazio anche la figura di Linda Vancheri, ex assessore regionale alle Attività Produttive, nominata dall’ex governatore Crocetta, descritto come “una creatura di Montante” e profondamente legato alla figura centrale del processo per il suo impegno nella campagna elettorale per le Regionali del 2012.

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Le intercettazioni

Le annotazioni d’indagine relative al sistema Montante offrono un quadro completo della “rete” messa in piedi dall’ex numero uno di Confindustria Sicilia e denunciata da Alfonso Cicero in aula. E lo fanno tramite fatti emersi dalle indagini e dalle intercettazioni.

Montante non avrebbe esitato a etichettare più volte Cicero come “nemico” e “traditore“. In più, secondo quanto emerso nelle intercettazioni di conversazioni tra Montante, Brandara e Lo Bello, Montante avrebbe discusso con i suoi “sostenitori” di come “costringere” Alessandro Ferrara, dirigente generale dell’Assessorato alle Attività Produttive, “a prendere posizioni nette contro Cicero e Venturi (Marco Venturi, imprenditore ed ex assessore regionale, ndr) e rendere dichiarazioni contro quest’ultimo in Procura”. All’Irsap, come all’Assessorato alle Attività Produttive, secondo Cicero – e le risultanze investigative -, Montante voleva “persone di fiducia”, in quanto le cariche di questi Enti erano troppo importanti per essere affidate a soggetti ritenuti “pericolosi e scorretti”.

I rapporti con le forze dell’ordine

In aula, Cicero avrebbe anche testimoniato gli “stretti” rapporti tra Montante ed esponenti delle forze dell’ordine, come i colonelli Gaetano Scilla e Giuseppe D’Agata, il primo figura portante della Dia di Caltanissetta all’epoca dei fatti e il secondo ex appartenente ai servizi segreti di Stato.

Cicero tornerà in aula il 23 settembre, assistito dal legale Annalisa Petitto, assieme a tutti i difensori delle parti civili coinvolte nel maxi processo.