MESSINA – Gli ultimi disagi li ha provocati il primo temporale estivo, ma la sospensione dell’erogazione idrica sembra ormai ripetersi costantemente per svariati motivi: può essere una interruzione di energia elettrica con problemi al sistema di pompaggio o un tubo tranciato durante dei lavori in corso o semplici manutenzioni.
Così le squadre di intervento sono continuamente allertare per ripristinare in tempo brevi la distribuzione interrotta. Se a questi inconvenienti si aggiungono poi le criticità strutturali dell’acquedotto ed un inverno particolarmente scarso di piogge, non può che apparire fuori dalla realtà il progetto acqua h24 nei rubinetti dei messinesi, lanciato dal sindaco Cateno De Luca e dai vertici dell’Amam circa un anno fa.
“Il progetto va avanti nonostante le criticità e l’emergenza covid – dice Salvo Puccio, presidente dell’Amam, la partecipata del Comune che gestisce l’acquedotto e l’erogazione idrica. E’ una priorità per noi: è insostenibile che alcuni siano avvantaggiati perché collegati a dei motorini che hanno consumi idrici enormi e che squilibrano l’erogazione ed i consumi, e ad altri invece l’acqua non arriva perché non c’è sufficiente pressione, causata proprio dalla presenza di motorini che svuotano le tubazioni vicine.
Nel marzo 2019 ci siamo dati, anche in maniera provocatoria, tre anni per realizzare il progetto h24, sappiamo cosa fare, quali sono gli strumenti da utilizzare ma tutto però, è bene evidenziarlo, si scontra con le criticità gestionali con cui deve fare i conti l’Amam. Abbiamo trovato 100 milioni di debiti e stiamo cercando di risanare, siamo passati dal bilancio 2018 dove avevamo 11 milioni di perdite al bilancio appena approvato del 2019 con 3 milioni di utili. Senza risorse non si possono fare investimenti. Se non riusciamo ad aggredire il credito di Amam, recuperare tutte quelle tariffe non pagate con le bollette, non possiamo migliorare l‘azienda. Un circolo vizioso interrotto già l’anno scorso, ma durante l’emergenza abbiamo sospeso ogni azione togliendo tutte le restrizioni ma quando la situazione economica lo consentirà dovremo ripartire e penalizzare chi non paga”.
Ma se per avere l’acqua tutta la giornata si dovrà ancora attendere, i messinesi vorrebbero almeno che si garantisse un’erogazione regolare di almeno otto ore. Ma nei mesi estivi sembra sia difficile anche questo.
“I problemi ci sono questa estate a Messina come in tutta la Sicilia – dice Salvo Puccio -. Gli ultimi mesi del 2019 sono stati i meno piovosi degli ultimi 60 anni e i primi mesi del 2020 addirittura i più secchi degli ultimi 100 anni. Abbiamo delle portate come quella dell’acquedotto della Santissima ridotte del 63% e con Fiumefreddo non si arriva agli 800 litri al secondo. Mancano in totale 450 litri/secondo per non parlare dei pozzi, però queste criticità sono sostanzialmente quelle di ogni anno.
Nel 2019 abbiamo diminuito le perdite e abbiamo immesso nuove quantità nei pozzi cittadini ed è quello che continueremo a fare. Nel Masterplan abbiamo dei progetti che l’Amministrazione ha previsto nell’ambito dei fondi Fsc 2014/2020 con interventi per 4 milioni e mezzo di euro che verranno ultimati entro la fine dell’estate e che prevedono l’immissione in funzione del serbatoio Santa Lucia, i pozzi a Briga e a Mili, la sistemazione di ulteriori pozzi che erano stati realizzati ma mai messi in funzione, il collegamento con i pozzi che abbiamo trovato con la campagna “l’acqua cerca Amam” e tutta l’eliminazione di perdite sulle grosse condutture. Questo ci farà immettere almeno 150 litri.
Altra cosa importante sarà il collegamento e la sistemazione delle sorgenti dei Colli San Rizzo che in passato non erano collegati alla città, sono strutture antichissime ma ancora in ottimo stato di conservazione. Anche la Santissima subirà interventi di pulizia e di ampliamento per migliorare le portate, in tutto vedremo di recuperare altri 200 litri d’acqua al secondo”.