Messina

Sospiro di sollievo per l’ospedale di Taormina

TAORMINA (ME) – “L’ospedale di Taormina non si tocca”. Recitava così uno striscione che sindaci e deputati della riviera ionica hanno esposto durante la protesta contro i paventati tagli del Governo regionale nei confronti dell’ospedale San Vincenzo.

A distanza di un mese, il nosocomio di contrada Sirina ha incassato il primo e forse più importante successo, con l’impegno da parte di Palazzo d’Orleans e della Commissione regionale sulla Salute, per rinnovare di altri quattro anni la convenzione con l’Istituto Bambino Gesù di Roma, e mantenere così in vita il Centro di cardiologia pediatrica del Mediterraneo a Taormina.

A conferma di quanto ottenuto da una delegazione guidata dal sindaco della Perla, Mario Bolognari, in audizione a Palermo, ci sono state anche le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, secondo la quale “il Ccpm di Taormina non si tocca, anzi verrà potenziato”.

Insomma, proprio quando sembravano non esserci più speranze per il mantenimento della Cardiochirurgia pediatrica al San Vincenzo, ecco riaccendersi speranze concrete per salvare un’assoluta eccellenza sanitaria siciliana, conosciuta in tutto il mondo. Guidato dal primario Sasha Agati, il Ccpm rappresenta infatti un punto di riferimento nel settore, non solo per tutto il Mezzogiorno e il bacino del Mediterraneo, ma anche per diversi Paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e Sud America.

L’ultima a farvi visita è stata il ministro della Sanità del Burundi, Sylvie Nzeymana, in segno di ringraziamento per un’operazione salvavita nei confronti di un piccolo connazionale operato a Taormina. Sono numerose le collaborazioni che i medici del San Vincenzo hanno instaurato in giro per il mondo, andando anche a operare in prima persona in zone disagiate del pianeta. Migliaia di interventi e prestazioni di successo, che hanno qualificato la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina come sede della Congenit Heart Academy, e centro di formazione a distanza con i Children’s Hospital di Toronto e Miami.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la collaborazione con il Bambino Gesù di Roma, grazie a una convenzione sottoscritta dal 2010 con la Regione siciliana, che però è stata poi messa in discussione, dopo i primi sette anni di contratto – a favore di un ritorno del reparto a Palermo – oltre i quali si è proceduto per proroghe annuali, fino all’ultima di luglio 2022. Nei mesi scorsi era arrivata l’ufficialità del ritorno del reparto nel capoluogo dell’Isola, con la sottoscrizione a Palazzo d’Orleans del contratto di affidamento al policlinico San Donato di Milano, aggiudicatario del bando per la gestione del reparto all’Arnas Civico di Palermo. È stato uno dei primi provvedimenti presi da Renato Schifani, subito dopo la vittoria delle elezioni, abbracciando l’ex ministro Angelino Alfano, oggi presidente del gruppo che si è aggiudicato la gara d’appalto, per un valore di circa otto milioni di euro su base triennale.

Proprio sul fronte economico si giocherà la partita per mantenere due cardiochirurgie pediatriche nella stessa regione. Il Ccpm costa circa 1,2 milioni di euro l’anno alla Regione siciliana, e la riapertura di Palermo, con i sui costi elevati, andrebbe a scontrarsi con i parametri della rete ospedaliera siciliana – secondo il decreto Balduzzi – che prevede la presenza di un solo reparto di cardiochirurgia pediatrica complessa ogni 5 milioni di abitanti. Le deputazioni regionali e nazionali, che hanno partecipato all’audizione in commissione Sanità, hanno rassicurato sul recupero delle risorse. Incassato anche l’ok del Bambino Gesù a rivedere alcuni aspetti della convenzione, bisognerà adesso passare dalle parole ai fatti, nella speranza che non si arrivi come ogni anno alla soglia del 31 luglio senza alcuna certezza.

Il Governo regionale si è impegnato, inoltre, affinché l’intero plesso del San Vincenzo – unico spoke di primo livello tra Messina e Catania – torni a essere potenziato, con nuove assunzioni e l’aumento dei posti letto.