Proseguono le indagini relative all’omicidio del cittadino albanese Kastriot Ismailaj, il 27enne vittima della sparatoria di Nesima avvenuta in via Santo Cantone 10 a fine giugno, e del tentato omicidio di Carmelo Leonardi. Tra l’1 e il 3 luglio, la Procura di Catania ha eseguito tre decreti di fermo.
La Procura ha emesso decreto di fermo di indiziato nei confronti:
Per i tre le accuse sono di omicidio e tentato omicidio, nonché di quelli di porto e di illegale detenzione di armi per quanto avvenuto nell’edificio popolare di via Santo Cantone a Catania.
Le indagini hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione a una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, elementi che dimostrerebbero come Di Benedetto, in concorso con Castelli e Ranno, possa essere l’autore dell’omicidio ai danni del cittadino albanese e del tentato omicidio nei confronti di altro soggetto italiano ancora ricoverato.
Le investigazioni sono partite lo scorso 30 giugno, intorno alle 13.18, dopo la segnalazione dell’esplosione di colpi di arma da fuoco nella palazzina di case popolari. A seguito dei sopralluoghi effettuati da parte di operatori della Squadra Mobile, assieme ad agenti specializzati del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, gli operatori hanno trovato due ogive, una pistola semiautomatica calibro 38, tre bossoli e tre cartucce del medesimo calibro.
Gli agenti hanno verificato che a Di Benedetto, gravato da precedenti per reati contro il patrimonio e la persona e in atto sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, poteva ricondursi sia gli spari a Ismailaj (risultati fatali) sia il ferimento di Leonardi. Il tentato omicidio del cittadino italiano non sarebbe stato portato a termine sia per l’inceppamento dell’arma utilizzata sia per la disperata reazione della vittima, pronto a lanciarsi, con conseguente caduta al suolo ed ulteriori lesioni da ciò derivanti, dal balcone dell’appartamento teatro della sparatoria.
Inizialmente, le indagini si sono concentrate quindi su Di Benedetto, sottoposto a fermo e poi alla misura della custodia cautelare in carcere. Verificato il presunto coinvolgimento di Antonino Castelli e Pasqualino Ranno e constatata la loro irreperibilità, lo scorso 3 luglio le autorità hanno emesso decreti di fermo anche nei loro confronti.
Anche rispetto a essi, condotti in carcere, il giudice per le indagini preliminari ha emesso la misura della custodia cautelare in carcere. Le indagini – basate anche sulle immagini dei video di sorveglianza della zona e le dichiarazioni dei testimoni e dei residenti della zona – sono ancora in corso, soprattutto per individuare il movente della sparatoria, verosimilmente riconducibile a contesti illeciti.