Palermo

Dalle start-up all’intelligenza artificiale, l’innovazione secondo Giuseppe Russello

Tra gli ospiti del Premio innovazione Sicilia, nel panel intitolato “Intelligenza artificiale, cosa cambia nei sistemi produttivi”, c’era anche Giuseppe Russello, amministratore delegato della Omer, l’azienda considerata tra le più grandi realtà manufatturiere dell’isola, specializzata nel settore degli arredi interni e della componentistica per i mezzi di trasporto ferroviario e presidente di Sicilindustria Palermo. “Una realtà produttiva come la Omerdimostra che anche in Sicilia è possibile operare a livelli industriali competitivi in tutta Europa”, aveva detto mercoledì il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani recandosi in visita agli stabilimenti produttivi della Omer spa.

Il Quotidiano di Sicilia lo ha intervistato ponendo come primo quesito il rapporto siciliano con l’innovazione e con la resistenza al cambiamento:

“Direi che è tutto. Non si può essere così discriminanti. Io intravedo grandi spazi di cambiamento, intravedo tante realtà in cambiamento, ovviamente c’è anche tanta resistenza al cambiamento. Credo faccia parte dell’agire umano. Ognuno di noi, quando si prospetta, o si propone un cambiamento, viene naturalmente preso da una sensazione di cambiamento. Perché è difficile uscire dalla comfort zone. Però credo siano processi ineludibili: non c’è sviluppo se non c’é innovazione e se non c’é cambiamento. Oggi le aziende, la società, non è quella di trent’anni fa e oggi non è come sarà fra i prossimi trent’anni. Quindi è un percorso ineludibile. L’umanità ci ha insegnato che l’evoluzione,e  l’evoluzione della società, è un percorso assolutamente inarrestabile e quindi chi saprà cogliere questa opportunità di cambiamento potrà trovare nuovi spazi; chi evidentemente preferirà non abbandonare la sua comfort zone si troverà in grande difficoltà.”

L’innovazione si installa all’interno di un’impresa, però c’è tutto il resto del mondo reale. Come si coniuga in Sicilia la rete infrastrutturale siciliana con l’innovazione potenziale di cui, vediamo oggi, la Sicilia è sicuramente ricca?

“Questo è il solito annoso problema. Chi dovrebbe, per ruolo, sviluppare le infrastrutture, i servizi, e quindi rendere fruibile un ecosistema attorno al mondo delle imprese e il mondo delle imprese che al proprio interno dovrebbero svolgere il proprio compito e dovrebbero fare i compiti a casa. Quindi c’é questa sinergia che la dove funziona si realizza lo sviluppo di una regione, ma negli ultimi anni questo non è avvenuto. C’é un grande ritardo infrastrutturale, in termini di infrastrutture materiali ma anche immateriali. Oggi si comincia ad intravedere qualche cambiamento, si comincia a vedere un’attenzione da parte della pubblica amministrazione e della politica rispetto a questi temi. Noi naturalmente siamo chiamati al nostro interno a innovare continuamente e costantemente perché ognuno deve fare la propria parte”.

Una domanda provocatoria. Lei oggi è intervenuto, e parlavate di intelligenza artificiale, perché domani Giuseppe Russello non dovrebbe trovare un miglior sostituto in una intelligenza artificiale?

“Guardi, io non ho nessuna preoccupazione. Ovviamente a livello personale. Perché ho talmente fiducia nel futuro che dico che domani sarà sempre meglio di oggi. Quando hanno inventato i sistemi di videoscrittura erano tutti preoccupati che le dattilografe non avrebbero trovato più lavoro ed avrebbero avuto grande disoccupazione. I computer, come tutte le innovazioni, non è vero che portano alla cancellazione dei posti di lavoro. Portano a dei cambiamenti, e nella vita Darwin ci ha insegnato che chi è più bravo è capace di adattarsi al cambiamento. Sarà ancora così”.

Quindi inventata l’intelligenza artificiale dobbiamo reinventare l’uomo?

“No, inventata l’intelligenza artificiale, inventati quindi questi nuovi algoritmi, questo modus operandi, per l’uomo ci sarà sempre spazio e si dovrà occupare magari di programmare i grandi computer che dovranno elaborare l’intelligenza artificiale. Ci sarà un cambio semplicemente di paradigma. Probabilmente l’amministratore delegato sarà un grande computer che è stato programmato con l’intelligenza artificiale e magari quell’amministratore delegato sarà andato a fare il programmatore di questo computer. Quindi non c’è preoccupazione ed io personalmente ho tanta fiducia nel futuro e nell’uomo che sa sempre mettere se stesso al centro di ogni processo di sviluppo”.