Dalla parte dei cittadini

Stop alla prescrizione nei processi penali

Sono circa trentamila all’anno i processi penali che si prescrivono a causa del lungo trascorrere del tempo tra il momento in cui è stato commesso il reato ed il momento in cui viene emessa la relativa sentenza. Ciò premesso, va qui detto che – con l’entrata in vigore di una nuova legge che è stata varata dal governo nell’anno 2019 (cosiddetta legge Spazzacorrotti), ma con efficacia differita di un anno – dal primo gennaio 2020 la prescrizione si fermerà solo entro i termini del giudizio di primo grado, mentre non decorrerà più e quindi non verrà applicata ai successivi processi penali davanti agli altri due ulteriori gradi del giudizio, e ciò sia che si tratti di assoluzione sia che si tratti di sentenze di condanna.

Il blocco della prescrizione così determinata permetterebbe alla giustizia di salvare il lavoro fatto dal giudice in primo grado, ma nello stesso tempo metterebbe a rischio l’efficienza degli uffici giudiziari di grado superiore rispetto al primo grado, perché li aggraverà di circa trentamila procedimenti in più, ogni anno, con esiti disastrosi soprattutto sulle corti di appello, dove la percentuale di prescrizione è maggiore.

Gli avvocati penalisti, da sempre contrari alla detta riforma, continueranno a dare battaglia sotto l’aspetto costituzionale della citata legge, atteso che ci sono reati che si prescrivono in oltre venti anni e la patologia sono i venti anni e non già la prescrizione.

Il problema della prescrizione, invece, dovrebbe essere risolto esclusivamente aumentando il numero degli impiegati e dei funzionari delle cancellerie ed anche il numero dei giudici.