Condotte al cimitero di Altavilla Milicia (Palermo) le salme di Kevin ed Emanuel Barreca, i fratelli di 16 e 5 anni uccisi al culmine di un presunto “esorcismo”. Nel frattempo, emergono audio, intercettazioni e altre novità sulle indagini relative alla strage che ha sconvolto la comunità di Altavilla Milicia e di tutta l’Italia.
A ucciderli sarebbe stato il padre Giovanni Barreca, che sarebbe stato aiutato da una coppia di coniugi (Massimo Carandente e Sabrina Fina) e avrebbe agito con la complicità dell’unica figlia superstite, una ragazza di 17 anni, che avrebbe ammesso il suo “pieno coinvolgimento” nelle torture che hanno portato alla morte i fratellini e la madre Antonella Salamone.
Dopo la Camera Ardente del 19 febbraio, le salme del 16enne e del fratellino sono state trasferite al cimitero di Altavilla Milicia. Come rivelato dall’Adnkronos, il sindaco Pino Virga si farà carico delle spese della tumulazione, prevista per i prossimi giorni.
“A mia memoria oggi è la giornata più nera e più dolorosa di Altavilla Milicia, abbiamo vissuto momenti drammatici durante la pandemia e attraversato tante difficoltà ma l’orrore di questi giorni è davvero incredibile”. Queste le parole del sindaco Virga davanti alle salme dei fratelli Kevin ed Emanuel Barreca.
“È bene che ci domandiamo sulle responsabilità che abbiamo tutti nella impostazione di questa società. Diffidiamo di tutti quelli che si inventano guaritori o santoni, diffidiamo tutti. Ma è anche il segno di una fragilità mentale e la conseguenza forse di una impostazione che noi occidentali ci siamo dati. Abbiamo rinunciato al vero volto di Dio e altri rischiano di prendere il sopravvento”, ha commentato Monsignor Lorefice – arcivescovo di Palermo – pregando per le vittime della strage di Altavilla.
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Sabrina Fina e Massimo Caradente, accusati di essere i complici di Giovanni Barreca nell’omicidio della moglie e dei figli del 54enne, hanno un nuovo legale. L’avvocato Marco Rocca incontrerà i coniugi in carcere nelle prossime ore.
“Mattino Cinque News” ha presentato alcuni retroscena della strage di Altavilla, in particolare, degli audio inviato dai coniugi accusati di essere i complici di Giovanni Barreca nel delitto.
“Il Signore non ci lascia e non ci abbandona, infatti, ci ha messo nel cuore di organizzare un fine settimana con i tuoi figli e dobbiamo venire a pregare”. Questo uno dei messaggi inviati dai coniugi Carandente – Fina a Barreca per organizzare il fine settimana di “preghiera” che poi sarebbe culminato in un terrificante triplice omicidio.
E ancora: “Avete bisogno tutti di un aiuto fraterno, ma per ricevere una preghiera, poi il resto lo fa il Signore”. Poi l’invito a casa: “Tu organizza un fine settimana per permettere al Signore di utilizzare me e Massimo per pregare per voi”.
L’unica sopravvissuta della strage di Altavilla, la figlia 17enne di Barreca, avrebbe partecipato alle torture della mamma e dei fratelli. Nella prima versione fornita agli inquirenti, non avrebbe mostrato pentimento e avrebbe rivelato di aver agito perché “in casa c’era il demonio“. Allo stesso tempo, però, la minorenne avrebbe dichiarato di aver avuto paura e di essere stata costretta ad assistere all’orrenda fine della mamma – presumibilmente uccisa per prima – e dei fratelli.
“Ero nel giusto, ho fatto la cosa giusta. Avevano il diavolo in corpo, li ho solo liberati”, avrebbe detto la ragazza prima del resoconto agghiacciante dell’accaduto.
La dinamica del triplice omicidio – frutto, a quanto pare, del delirio mistico dei membri di una “setta” – è ancora da ricostruire. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, la prima a essere uccisa sarebbe stata Antonella Salamone. L’avrebbero ustionata e bruciata anche con il phon. Violenze altrettanto feroci nei confronti dei due piccoli Kevin ed Emanuel, torturati con fili elettrici e non solo. Il 16enne avrebbe perfino tentato di difendersi, mordendo una degli indagati (Sabrina Fina) e facendo di tutto per sfuggire alla morte.
Immagine di repertorio