Per la strage di Altavilla Milicia (Palermo) restano in carcere Giovanni Barreca, il muratore 54enne accusato di aver sterminato la propria famiglia, e la coppia di presunti complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
Sono tutti accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. Nelle scorse ore, la coppia palermitana avrebbe fatto “scena muta” di fronte al giudice per le indagini preliminari. I legali avrebbero riferito di minacce ricevute dai due in carcere, trasferiti in isolamento per evitare contatti con gli altri detenuti.
Il gip di Termini Imerese ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre accusati, rinchiusi nel carcere Pagliarelli di Palermo. Si sarebbero avvalsi tutti della facoltà di non rispondere. Giovanni Barreca avrebbe affermato di essere “sotto shock” e il legale avrebbe confermato: “Il mio cliente non si rende conto di ciò che è accaduto”.
L’avvocato Sergio Sparti, che difende con il fratello Vincenzo Sparti la coppia fermata, ha invece reso noto che “Massimo Carandente ha subito in carcere delle intimidazioni, gli hanno anche lanciato della frutta dalle gabbie. E ha subito offese all’indirizzo della compagna, Sabrina Fina. Attualmente sono in isolamento perché non possono essere tenuti insieme con gli altri detenuti”.
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Barreca avrebbe ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli Kevin ed Emanuel, di 5 e 15 anni. Poi avrebbe confessato tutto ai carabinieri, facendosi arrestare nella vicina Casteldaccia. Pare che la coppia avesse partecipato a degli incontri di preghiera nell’ambito di una setta religiosa assieme a Barreca e abbia parlato al muratore 54enne di presunte “presenze demoniache” nella sua casa.
Unica superstite della strage di Altavilla è la figlia 17enne di Barreca: la ragazza, trovata in stato confusionale dopo il massacro, avrebbe aiutato gli inquirenti a ricostruire la dinamica dell’accaduto. Non è chiaro se sia riuscita a fuggire nascondendosi o se sia stata risparmiata dal padre per ragioni da chiarire.
Da tempo pare che Giovanni Barreca fosse ossessionato dal fanatismo religioso, parlando spesso di “presenze demoniache“, anche durante la notte del triplice omicidio, e che accusasse la moglie e i figli di essere “posseduti da Satana“. Lo confermerebbero le testimonianze della vicina di casa del presunto killer e anche del cognato, il fratello di Antonella, e anche le stesse parole dette da Barreca ai carabinieri al momento dell’arresto.
Immagine di repertorio