Strage Palermo, scena muta di Barreca e dei coniugi all'udienza

Strage Palermo, scena muta degli indagati. I legali: “Minacciati, sono in isolamento”

marikacontarino

Strage Palermo, scena muta degli indagati. I legali: “Minacciati, sono in isolamento”

Redazione  |
mercoledì 14 Febbraio 2024

I tre accusati per l'orrore ad Altavilla Milicia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le parole degli avvocati della coppia fermata con l'accusa di essere stata complice di Barreca.

Durante l’interrogatorio tenutosi a Termini Imerese questa mattina, i tre indagati per la strage di Palermo si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Al termine dell’udienza, il sostituto procuratore Manfredi Lanza ha chiesto la convalida del provvedimento di fermo e la custodia cautelare in carcere per Giovanni Barreca, il muratore 54enne che ha sterminati la sua famiglia, e per la coppia di presunti complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente.

La decisione del gip di Termini Imerese è attesa per il pomeriggio di oggi.

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L’interrogatorio e le accuse per la strage di Palermo

Gli accusati sono Giovanni Barreca, per aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel nel corso di un esorcismo, e i suoi due complici Sabrina Fina e Massimo Carandente.

I tre, fermati domenica per omicidio e soppressione di cadavere, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, che dovrà convalidare i provvedimenti restrittivi, per l’interrogatorio di garanzia. Il magistrato al termine dell’udienza si è riservato la decisione.

Le parole degli avvocati

A margine dell’udienza per i tre indagati per la strage di Palermo, sono intervenuti i loro avvocati affermando che Barreca non si rende conto di quanto accaduto, mentre la coppia continua a professarsi innocente.

Il legale di Barreca

“Il mio cliente, che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, è sotto choc. Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia”.

È quanto ha raccontato al termine dell’udienza di convalida dei fermi, l’avvocato Giancarlo Barracato, il legale di Giovanni Barreca. E prosegue: “Nell’abitazione in cui sono avvenuti i fatti – ha aggiunto – continuano gli accertamenti. Avremo modo nei prossimi giorni di capire meglio. Barreca – ha spiegato – sembra non capire quel che è successo. È una persona profondamente provata. Mi ha raccontato cose della sua famiglia e sostiene di aver fatto gli interessi dei suoi cari. Non si può parlare di pentimento – ha concluso – proprio perchè non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti”.

I difensori della coppia accusata della strage di Palermo

A conclusione dell’udienza hanno parlato anche Sergio e Vincenzo Sparti, gli avvocati di Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia indagata per aver aiutato Giovanni Barreca ad uccidere la moglie e i figli durante un esorcismo.

“I nostri clienti sono in isolamento. Carandente ha riferito di essere stato minacciato e intimidito in carcere. Entrambi si dicono innocenti. Sono molto religiosi, la fede è totalizzante per loro – spiegano gli avvocati – e sono molto provati”.

La coppia ammette di aver conosciuto Barreca, ma sostiene che si tratti di una conoscenza molto recente. “C’è un fervore religioso totalizzante in loro – aggiungono – ma bisogna capire alcune cose, al momento non siamo entrati nel dettaglio dei fatti”.

Per tutti e tre gli indagati per la strage di Palermo, oltre alla convalida dei fatti, il pm ha chiesto la custodia cautelare in carcere.

“Minacce in carcere”

Gli indagati della strage che ha sconvolto Palermo e l’intera Sicilia avrebbero ricevuto intimidazioni in carcere. Lo conferma uno dei legali della coppia di palermitani fermata assieme a Barreca, Sergio Sparti: “Massimo Carandente ha subito in carcere delle intimidazioni, gli hanno anche lanciato della frutta dalle gabbie. E ha subìto offese all’indirizzo della compagna, Sabrina Fina. Attualmente sono in isolamento perché non possono essere tenuti insieme con gli altri detenuti”.

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