MESSINA – Nel capoluogo c’è la concentrazione più alta di richieste per accedere a misure contro la povertà. Prima con il Rei adesso con il Reddito di cittadinanza, gli uffici dell’Inps di Messina hanno potuto tastare concretamente il livello del bisogno dei cittadini.
“Si percepisce – ha affermato il direttore provinciale dell’Inps Marcello Mastrojeni – una struttura socio-economica molto fragile. Di questo ne è prova il forte numero di domande. Con il Rei avevamo messo a confronto Messina con Perugia e Como, due città corrispondenti per numero di abitanti, circa 600 mila. Le domande presentate a Messina erano dieci volte superiori rispetto a Como e quattro volte di più rispetto a Perugia. Un andamento confermato adesso dal Reddito di cittadinanza”.
“Il termometro – ha commentato Marialinda Giordano, responsabile Ufficio ammortizzatori sociali – lo segnano le persone che ogni giorno si presentano agli sportelli, un disagio sociale fortissimo rappresentato oltre che dai numeri dalle storie che ogni utente si porta dietro e a cui cerchiamo di dare una consulenza mirata”.
In tre mesi le richieste fatte nella provincia per accedere Rdc sono state 27 mila 600 di cui circa 20 mila accolte. Sono 12 mila 500 le domande presentate in città di cui 8.500 accolte. Più ridimensionati i dati che riguardano gli otto mesi del Rei: sono state 16 mila 500 in tutta la provincia le richieste di cui circa 8.000 a Messina, ma il tasso di accoglimento è stato pari a un terzo. Una misura, questa, che allo stato attuale ha una gestione a stralcio e che andrà a esaurirsi, sovrapponendosi al Rdc.
“Da un’estrazione dei dati relativi al primo mese del Rdc – ha sottolineato Mastrojeni – è interessante rilevare che su un totale di 18 mila richieste, il 45% riguardano una fascia di età che va dai 31 ai 50 anni, il cuore della forza attiva, un elemento che ci fa capire dove sta la debolezza strutturale del nostro territorio”.
Le due misure hanno una diversa modalità di gestione. “Il Rdc – ha spiegato il direttore dell’Inps – offre un vantaggio economico sia a livello macro che per il singolo, perché siamo passati da un importo medio di 250 euro mensili a circa 500 euro mensili più la quota per le esigenze abitative di 250 euro. Il Rei era finalizzato all’inclusione, il lavoro era uno step. Per Rdc il lavoro non è strumento per l’inclusione ma di per sé è un fine. Per gli abili al lavoro ci sarà il Patto per il lavoro, che si farà al Centro per l’impiego, i non abili con il Patto per l’inclusione verranno dirottati dal Cpi ai Servizi sociali del Comune”.
“I nostri uffici – ha aggiunto Mastrojeni – erano attrezzati dopo l’esperienza del Rei, abbiamo fatto incontri con i responsabili di patronati e Caf e organizzato un gruppo di lavoro per uniformare le azioni. Qui facciamo gli incroci e le verifiche con le banche dati”.
Maggiori problemi si prospettano invece per i Centri per l’impiego, che dovranno gestire le politiche attive del lavoro. “È lì – ha evidenziato il vertice provinciale dell’Inps – che si gioca la partita più importante, con l’individuazione di occasioni di lavoro. Vista l’attenzione che la politica ha messo su questa misura, potrebbe essere questa l’occasione per un rilancio dei Cpi”.
In ogni caso l’Inps registra, attraverso le richieste di sostegno al reddito, una crisi occupazionale. Nel 2018 sono state 31 mila le persone che hanno avuto accesso alla nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi), 28 mila erano state nel 2017. “Non è necessariamente un segno negativo – ha spiegato Mastrojeni – è un’indennità che si prende quando si perde il lavoro anche per una sospensione naturale. Messina è la provincia siciliana con il più forte elemento di stagionalità per via di Taormina e le isole Eolie, con un indotto del turismo molto più forte che in altre parti”.
Chi percepisce la Naspi può accedere anche al Reddito di cittadinanza con un’integrazione della differenza fino alla quota prevista. Ma può succedere anche che chi ha un sussidio lavori in nero… “Una piaga – ha concluso – che contrastiamo con i nostri ispettori. Disponiamo di 25 uomini in provincia di Messina, molti di più dell’Ufficio territoriale del lavoro”.