“E adesso applaudiamo noi”, esultano i tantissimi studenti palermitani in piazza, a favore, al contrario dei senatori che avevano battuto le mani alla tagliola, del Ddl Zan. A raccogliere per le strade del capoluogo siciliano i giovanissimi in protesta non è stata solo la bocciatura del disegno di legge. Ma anche “tutto quello che è venuto prima”, come dice Giù D’Angelo.
“Perché pensare di poter scendere a compromessi, cercare delle condizioni sui nostri corpi, sui nostri diritti, è una violenza”. Così come è assurdo, sottolinea Giù D’Angelo, “pensare di poter rivendicare una libertà di oppressione e violenza”. “Non si può essere contro un ragazzo, un uomo, che parla della sua esperienza, delle sue emozioni, della sua storia d’amore con un’altra persona”, conclude poi Marco Tartaglia.
Virginia Cataldi