Lavoro

Allarme Superbonus, in Sicilia a rischio 2 mila operai edili

Scatta l’allarme per le imprese artigiane dell’edilizia. Una “tempesta perfetta” che si è abbattuta, dovuta al dl sostegni ter del Governo nazionale che introduce delle restrizioni alla cessione del credito per il bonus edilizia ma anche legata a fattori esogeni come il caro bollette e la penuria di materie prime. Oltre ad alcune croniche disfunzioni del sistema come la assenza di figure professionali e la sicurezza sul lavoro.

Il decalogo di denunce di Confartigianato

Sono le denunce contenute in un decalogo della Confederazione di Confartigianato, da diffondere ai rappresentanti delle istituzioni di riferimento su tutto il territorio presentato questa mattina nella sede regionale a Palermo. In particolare, il superbonus 110%, introdotto con il Decreto legge “Rilancio” del maggio 2020, nell’arco di 20 mesi ha subito 9 interventi di modifica, 1 ogni 68 giorni, trasformandosi in un vero e proprio percorso ad ostacoli per imprese, famiglie, professionisti e amministratori di condominio. Nel territorio di Palermo e della provincia, le imprese delle Costruzioni sono quasi cinquemila di cui la metà artigiane. E danno lavoro a oltre 12 mila addetti. Immediatamente a rischio ci sono i 2 mila operai assunti grazie alla spinta del superbonus in Sicilia.

“Limite a cessione non è la soluzione”

“È sicuramente condivisibile e doveroso l’intento del Governo nazionale di evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica – dice Matteo Pezzino, presidente regionale di Anaepa Confartigianato – ma limitare ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali, non può essere la giusta soluzione. C’è il concreto rischio di un blocco dei cantieri. Le piccole imprese saranno a rischio liquidità con la paura di un fallimento di massa del comparto edile. Sono colpiti così gli imprenditori che hanno sempre operato nel rispetto delle disposizioni. Inoltre, è inevitabile una ripercussione sui nostri committenti che subiranno lo stop dei loro lavori, con i ponteggi montati a tempo indeterminato. L’impatto della nuova norma è fortemente negativo nei confronti di tutti gli operatori, compresi quelli non direttamente coinvolti nella restrizione imposta alle cessioni, che ne subiscono gli effetti sulla filiera. Occorre rendere possibile almeno due cessioni dei crediti fiscali e, in ogni caso, cessioni plurime nei confronti di soggetti istituzionali”.

“Le restrizioni alla cessione del credito – aggiunge – rischiano di affossare il mercato delle costruzioni, l’occupazione del settore, la propensione dei cittadini a effettuare interventi di manutenzione ed efficientamento energetico delle abitazioni, allontanando anche gli obiettivi di abbattimento delle emissioni ambientali”.