Non sono dei campesinos Cubani, e la loro leader, Valentina Blunda, non è “Barbuda” come Che Guevara, anzi è una donna gentile, ma forte, del Belice, ma stanno facendo la Rivoluzione. Loro sono gli imprenditori agricoli della Valle del Belice, Valentina, Pietro, Mauro, Susanna, Vito e tanti altri, trenta oggi ma destinati a crescere.
Si sono riuniti da un notaio di Partanna il 13 dicembre, Santa Lucia, del 2022, con il Signore del trapanese, Matteo Messina Denaro ancora a piede libero. E hanno fondato la Sicilia Food Belice Valley, una società cooperativa di produttori di olio e olive, sostenuti dalla Lega delle cooperative Sicilia e da pochi altri. Venivano da un mondo controverso, da un lato loro ci mettevano passione, fatica e investimenti per produrre la famosa Nocellara del Belice, prodotto considerato a livello mondiale di altissima qualità.
Dall’altro erano da anni vessati, sfruttati, a volte intimiditi, da un mercato oligopolistico dei sensali o commercianti di olive, di fatto un cartello che offriva prezzi bassi e controllati ai produttori, trattenendo il valore aggiunto. Questa spesso non è una novità nelle filiere agroalimentari, ma qui si parlava di un prodotto di eccellenza che normalmente va comprato al rialzo sui mercati. E poi i “sensali” erano particolari. Uno di questi, tale Luppino faceva da autista accompagnatore al super boss latitante da trent’anni, e considerando il cartello sui prezzi non sarà stato l’unico. Ancora tanti altri prestanome e sodali sono in circolazione da quelle parti. Se controlli le olive controlli il Belice, il territorio della Repubblica indipendente dove ha soggiornato MMD in una latitanza dorata, rispetto ad altri capi di Cosa Nostra, per trent’anni.
Loro, gli agricoltori del Belice, di Partanna, S. Ninfa, Castelvetrano, dopo tanti anni di chiacchere si sono ribellati a questo status quo, si sono sbracciati e uniti per la loro terra, per le loro aziende, per i tanti sacrifici fatti da ciascuno, nonostante le critiche, gli infingimenti, lo scetticismo usuale di una Sicilia che ti dice “ma cu tu fa fare”, “fatti u tuo”. Loro hanno solamente scelto un pronome, il “Noi”, che sa di comunità, l’unico modo per sconfiggere il divide et impera della Mafia e dalle vessazioni di un mercato che ti può vessare. Oggi la cooperativa produce olive e olio, è già conosciuta nei consessi delle fiere internazionali e vende con successo e prezzi congrui i suoi ottimi prodotti. Cresceranno, perché il loro coraggioso esempio farà proseliti, perché la Mafia non si vince solo con la repressione, poi riappare come l’idra di Lerna, ma con lo sviluppo, e soprattutto la Libertà.
Così è se vi pare.