Sanità

Coronavirus, “Tamponi, tardi l’avviso per nuovi laboratori”

PALERMO – I “tamponi Covid” da analizzare in Sicilia sono troppi rispetto al numero dei laboratori abilitati dalla Regione. L’assessorato regionale alla Salute ha pertanto pubblicato un avviso per selezionarne di nuovi.

I laboratori abilitati all’attività di screening – seppur passati da due a otto – sono ancora insufficienti rispetto al numero di richieste. Per esempio, all’ospedale Muscatello di Augusta (Sr), i 40 sanitari che hanno assistito il paziente trasferito e deceduto nei giorni scorsi a Caltagirone attendono ancora di conoscere l’esito dei propri tamponi, il primo dei quali è stato eseguito l’11 marzo. Nel frattempo, il personale interessato continuerebbe a recarsi a lavoro, a visitare ugualmente i pazienti, a tornare a casa a fine turno dalle proprie famiglie.

L’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse preordinata pubblicato dall’assessorato guidato da Ruggero Razza, si legge, è motivato dalla dichiarazione dell’epidemia da parte dell’Oms come un’emergenza sanitaria internazionale (che risale nientemeno che al 30 gennaio 2020). Ma anche dalla necessità di assumere “immediatamente” tutte le misure di contrasto e di contenimento sul territorio regionale del diffondersi del virus. Tra queste, quella di eseguire i tamponi oro-faringei ai soggetti in isolamento, ai loro coabitanti e al personale sanitario.

All’avviso dovrebbe seguire la risposta di tutti i laboratori che intendessero partecipare e, solo successivamente, l’assessorato dovrebbe occuparsi di fare una selezione tra questi. Ma l’assessore si riserva di definire con “successivi provvedimenti (…) l’impegno della spesa e le modalità di contrattualizzazione”.

L’iniziativa potrebbe comportare ulteriori ritardi e presenterebbe non poche criticità, sollevate da Giorgio Pasqua, membro della Commissione Salute regionale e portavoce del M5s all’Ars.

“L’iniziativa – spiega Pasqua al Qds – arriva in ritardo rispetto all’emergenza sanitaria ormai conclamata. Evidenziamo da tempo come il numero dei laboratori sia insufficiente, data la diffusività del virus, e come l’analisi dei tamponi – dal costo irrisorio di 11 euro circa – fosse così semplice da poter essere eseguita dai laboratori biologici di tutte le Asp, ancora non abilitati a farlo. Poi, occorrerebbe effettuare ogni 48h il tampone al personale medico, come avviene in Cina e in Corea, scongiurando possibili focolai negli ospedali e riducendo la tensione – già non indifferente – degli operatori. Dall’avviso non si comprende neppure se ci siano altri istituti pubblici già autorizzati”.

“L’unica sua nota positiva, la possibilità dei privati di poter essere accreditati, ampliando così la rete”, ha chiosato Giorgio Pasqua.
In buona sostanza, il timore è che in questo processo possa venir meno la “tempestività” che Razza ritiene necessaria nell’avviso stesso. Infatti, lo stesso assessorato alla Salute, per incrementare il numero dei posti in terapia intensiva, si è servito anche delle cliniche private convenzionate con il servizio sanitario regionale, senza necessità di manifestazione di pubblico interesse.