Messina

Taormina: le priorità da cui occorre ripartire

TAORMINA (ME) – Mentre la campagna elettorale entra nel vivo a pochi giorni dal voto per le elezioni comunali, andiamo a vedere quali problematiche dovrà affrontare il nuovo primo cittadino di Palazzo dei Giurati.

Bisognerà partire, inevitabilmente, dal risanamento economico, per un Comune che è in dissesto finanziario da luglio del 2021, facendo fronte all’accumulo di debiti fuori bilancio per circa 27 milioni di euro fino al 2020, secondo il resoconto della Corte dei Conti, che aveva bocciato un Piano di riequilibrio finanziario che ne conteneva appena 18 milioni. Il lavoro dei tre commissari al Bilancio, inviati dal Governo nazionale, ha permesso di rimettere le casse comunali nella giusta direzione e all’amministrazione uscente del sindaco, Mario Bolognari, di arrivare ad approvare nei termini previsti dalla legge, prima il Conto consuntivo 2021 a gennaio e poi il Bilancio di Previsione 2023, arrivato nelle scorse settimane. La priorità sarà quindi quella di continuare a mantenere dritta la barra dei conti, per uscire dal default e iniziare a spendere in servizi e investimenti.

Altra priorità assoluta riguarda il mondo delle scuole, e in particolare dell’edilizia scolastica, gravemente compromessa sia nel centro storico che nelle frazioni. Entrambi gli asili, di Taormina e di Trappitello, si trovano sfrattati in strutture private a causa dell’inagibilità delle strutture pubbliche. Il plesso scolastico di Santa Filomena a Trappitello presenta gravi segni di deterioramento e crolli parziali, che avevano costretto già da tempo le elementari a spostarsi nel plesso delle medie di via Francavilla. Situazione simile nel centro storico dove dal lontano 2004 la chiusura per rischio crollo della Vittorino da Feltre costringe i bambini a una stretta convivenza nella scuola media Ugo Foscolo, che necessita anch’essa di una completa messa a norma. Con un cantiere da 1,8 milioni di euro, ripartito nel 2020 e poi bruscamente interrotto per varianti non più economicamente sostenibili, la Vittorino da Feltre rappresenta il casus simbolo dell’emergenza. Tra finanziamenti persi e nuovi bandi, con il Pnrr ci sono però 1,163 milioni di euro per realizzare una nuova scuola nella frazione di Mazzeo, e 1,611 milioni per un nuovo asilo nido nel centro.

Ci sono poi altre strutture funzionali alla cittadinanza e allo sviluppo del paese per le quali andrebbe trovata al più presto una soluzione. Come la piscina comunale di contrada Bongiovanni, chiusa e caduta in rovina da almeno cinque anni, con una parte del tetto crollata, impianti idrici e di illuminazione obsoleti, vetri e porte rotti in preda di numerosi raid vandalici, è già stato calcolato che una riapertura come piscina sarebbe troppo onerosa e insostenibile per le casse del Comune. L’amministrazione ritiene che possano bastare 880 mila euro, per riconvertirla a una sorta di palazzetto dello sport multifunzionale. Particolare attenzione merita anche il Capalc di contrada San’Antonio, la mega struttura costruita negli anni Novanta per diventare scuola alberghiera di livello internazionale, è in totale abbandono e non esistono al momento prospettive di rilancio. C’è da risolvere con la Regione anche la questione Palazzo Corvaja, ancora chiuso per lavori di ristrutturazione, mentre dopo anni di tira e molla per il completamento dei lavori di agibilità al Palacongressi, dopo i lavori fatti dal Governo nel 2017 per il G7, da poche settimane è stata affidata la gestione della struttura.

Tra le innumerevoli problematiche che attanagliano la capitale del turismo siciliano, dalla viabilità ai parcheggi, dal decoro urbano e al suolo pubblico, una rinnovata attenzione dovrebbe andare infine alle frazioni, non solo la principale e più grande Trappitello, ma anche Mazzeo, Bruderi, Mastrissa, Villagonia e le altre zone balneari, dove gli abitanti lamentano incuria e abbandono.