Dalla parte dei cittadini

Tari, gli effetti della sospensione dei termini di pagamento causa Covid

Nel 2020 l’Italia è stata letteralmente sconvolta dall’epidemia del Covid, che – stante il particolare motivo e la sua ampia diffusione – ha influito anche sulla scadenza dei termini per pagare le tasse. Infatti, i luoghi dove si dovevano pagare (banche ed uffici postali ad esempio) erano i punti più pericolosi per il diffondersi della malattia.

L’intervento dello Stato con leggi e decreti sui pagamenti

Fu giocoforza quindi, da parte dello Stato Italiano, emettere diverse leggi e decreti aventi lo scopo di prorogare i pagamenti e quindi anche le prescrizioni e le decadenze, che rientravano nel 2020 (anni 2015,2016,2017,2018 e 2019) o che comunque comprendevano, al loro interno, l’anno 2020. Tutte le tasse comunali, Imu, Tari e altre, furono quindi prorogate di 85 giorni ( art. 67 del decreto legislativo n18/2020), motivo per cui – ai termini normali della prescrizione che sono cinque anni – andavano aggiunti 85 giorni di sospensione dal 1 Gennaio 2020 al 25 Marzo 2020.

Gli effetti sulle scadenze

Quindi la scadenza delle tasse od imposte – che ricadevano nell’anno 2020 o comprendevano anche questo anno – venne prorogata al 25 Marzo 2020. Ma quel che rileva soprattutto è il fatto che i termini della prescrizione – per l’Ente che notifica l’invito al pagamento a mezzo dell’ ufficio postale – decorre dalla data in cui l’atto è stato passato per la notifica, e non dal momento in cui l’atto è stato materialmente notificato in mano al debitore.

Mentre per quest’ultimo ( il debitore) la notifica dell’atto di pagamento decorre dalla data in cui gli è stato consegnato l’atto. Da quest’ultimo momento infatti decorre il termine per impugnare l’avviso di pagamento avanti la Commissione Tributaria Provinciale, entro il termine di giorni 60.