Messina

Tassisti messinesi sull’orlo del baratro

MESSINA – La crisi legata all’emergenza Covid ha colpito duramente molte categorie produttive. E tra quelle maggiormente danneggiate c’è anche quella dei tassisti.

La categoria è stata travolta pesantemente e gli operatori del settore hanno lamentato l’assenza di sostegni sufficienti a compensare almeno una parte dei mancati introiti. Massimiliano Vita, responsabile regionale del Silt (Sindacato italiano libero trasporti) e presidente della cooperativa Radio Taxi Jolly racconta il malessere della categoria che rappresenta, ma anche quello personale per la sua società, che dopo il lavoro di tre generazioni rischia di chiudere i battenti.

“La categoria – spiega – ma neppure le cooperative di per sé hanno avuto attenzione né a livello regionale (a parte le ultime aperture), né nazionale. Devo dare atto che il Consiglio comunale ci ha ascoltato indirizzandoci agli aiuti previsti dall’Amministrazione. Ma ci sono dei vincoli legati al Durc. A dicembre dovrebbe arrivare un contributo della Regione, sono complessivamente tre milioni di euro destinati ai 984 tassisti della Sicilia e assegnati attraverso un bando, dopo una serie di problemi e vincoli posti ma alla fine superati”.

“Il sindaco De Luca – aggiunge – che ho incontrato dopo l’audizione in Commissione, mi ha detto invece che non ci può aiutare, perché non abbiamo la contribuzione in regola. Ci saremmo aspettati altre risposte, almeno la disponibilità a trovare una soluzione. L’80% dei tassisti non riesce a pagare i contributi perché non ci sono più entrate sufficienti e con quel poco dobbiamo sopravvivere e mantenere le famiglie. A fine dicembre è probabile che io sia costretto, a 40 anni dalla costituzione, a chiudere la cooperativa che ha operato in questa città senza mai chiedere niente a nessuno, mantenendo sempre un’elevata qualità nel servizio per i turisti con investimenti su mezzi e pulmini. Sicuramente dal primo dicembre sospenderemo il servizio notturno”.

Una realtà composta da 52 soci, sostanzialmente il 50% dei tassisti messinesi, la cui attività è prevalentemente legata al flusso turistico e in particolare alle “toccate” delle navi da crociera. La pandemia ha stravolto tutto: molte famiglie non sanno come sostenersi e andare avanti. Non hanno ancora ricevuto alcun ristoro e adesso sono in fila come tanti altri messinesi per avere nell’immediato almeno la Family card.

Massimiliano Vita ha esposto in Commissione consiliare Viabilità e Trasporti la situazione e la risposta, una settimana dopo, è stata l’approvazione di un atto di indirizzo predisposto dalla consigliera Cristina Cannistrà (M5s). “Abbiamo inteso impegnare l’Amministrazione – ha detto il presidente dell’organismo consiliare, Libero Gioveni – a valutare la possibilità di stipulare convenzioni con la categoria, così come avviene in altre città italiane, finalizzate a migliorare la qualità dei servizi attualmente prestati dal Comune o da alcune società partecipate e a fornirne possibilmente altri aggiuntivi”.

Questa possibilità è data tra l’altro dall’articolo 119 del Tuel. “Il servizio di pubblica utilità offerto dai taxi in questo momento – si legge nell’Atto di indirizzo – potrebbe concretamente coadiuvare il servizio di trasporto pubblico di linea e, in generale, per tutti quei soggetti che non possono muoversi con i mezzi propri, limitando così assembramenti e contatti interpersonali”.

Si darebbe così un contributo al settore con uno strumento come le convenzioni tra pubblico e privato, che consentono di incrementare l’utenza, e si darebbe spazio a un trasporto alternativo a quello privato a prezzi fissi agevolati su tragitti prestabiliti. Ma la categoria non sembra convinta.

“Questo – afferma Vita – non è il tipo di aiuto che in questo momento così difficile può servire. A noi servirebbero nell’immediato aiuti economici e questo evidentemente il Consiglio non può farlo. Siamo contenti che almeno qualcuno stia provando a venirci incontro. Buona l’idea, ma si doveva mettere in campo prima. Sia lo Stato che le Regioni hanno risorse disponibili per queste convenzioni da maggio, quando si è capito che bisognava alleggerire i mezzi pubblici che costituivano un veicolo di contagio, con servizi taxi e bus turistici. Sia il Comune però che la Regione sono stati fermi”.