Cultura

Teatro, al Brancati di Catania successo per “Chi vive giace”

Una black comedy incentrata su un incidente automobilistico, che innesca una querelle familiare tipicamente siciliana, dai toni surreali e dall’esito imprevedibile.

Questo il plot di “Chi vive giace”, presentato con successo dal Teatro della
Città – Centro di Produzione Teatrale di Catania, nell’ambito della XII Stagione del Brancati.

La pièce è scritta da Roberto Alajmo e diretta dal grande regista
Armando Pugliese
con le musiche del premio Oscar Nicola Piovani, le scene di Andrea Taddei, i costumi di Dora Argento e le luci di Gaetano La Mela .

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, ha riscosso un’autentica valanga di applausi grazie alla verve dei protagonisti: David Coco, Agostino Zumbo, Roberta Caronia, Stefania Blandeburgo, Claudio Zappalà.

L’amara vicenda si svolge in un contesto che sin dall’inizio ha i contorni allucinati di un certo realismo metafisico tipicamente siciliano. Una giovane donna perde la vita a causa della guida distratta di un ventenne.

Non è colpa di nessuno, se non del caso, ma il marito della donna non
se ne fa una ragione: non sa se perdonare o se vendicare, come le tante voci del quartiere popolare in cui vive gli suggeriscono.

Dall’altra parte, anche il padre del ragazzo non sa come comportarsi: se assolvere in pieno il giovane col pretesto della fatalità o spingerlo a porgere le proprie scuse al vedovo.

E in questa atmosfera sono i fantasmi che bisogna interrogare. Ecco allora la moglie, mischina, e la defunta madre del ragazzo che dispensano consigli, ammoniscono, ragionano e determinano le sorti di questo dramma dei vivi e dei morti, nel quale un certo humour nero ha la funzione catartica di governare l’ordine delle cose, invertendo il senso del vecchio adagio: «Chi muore giace, chi vive si dà pace».

“Alla prima lettura del testo di Alajmo – ha raccontato il regista Armando Pugliese – ciò che mi ha maggiormente colpito e affascinato è stata la forma espressiva, il linguaggio. Nel senso più ampio del termine. Tanto che mi è parso di leggere musica. Che si manifestasse in parole e costruzioni sintattiche articolate in accordi o intervalli, ritmi o allitterazioni, tutto concorreva a dare voce a personaggi che si incontrano sulla scena in un contesto metafisico e irreale, che si parlano come nei sogni, quando non si saprebbe dire se le parole sono dette o solo pensate, interiormente o ad alta voce. Costruire insieme agli attori questa sinfonia siciliana doveva
essere molto intrigante, e così è stato”.

“Chi vive giace” sarà in scena al Brancati fino a domenica 24 novembre, per poi riprendere dal 2 al 5 aprile.