Catania

Teatro Bellini, lavoratori col fiato sospeso. Si attende il voto dell’Ars per i contributi

CATANIA – Protesta sospesa fino alla settimana prossima. Sono scesi dal tetto i lavoratori precari del teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, in stato di agitazione per le gravi condizioni economiche in cui versa l’ente lirico. Condizioni così difficili al punto da aver spinto il presidente della Regione, Nello Musumeci, a voler organizzare una riunione con tutte le sigle sindacali – Snalv, Confsal, Cgil, Cisl, Uil, Ugl – oltre al sindaco Pogliese, agli assessori Sandro Pappalardo e Gaetano Armao, e al sovrintendente Roberto Grossi, per tentare di risolvere la situazione che vede a rischio la sopravvivenza stessa del teatro.

Un incontro, quello di ieri pomeriggio a Palazzo Esa, durato oltre due ore e giunto al termine di una serie di iniziative e riunioni sollecitate da Grossi, tra cui la lettera scritta al presidente Musumeci per rappresentare la drammatica situazione e il colloquio con l’assessore al Bilancio Gaetano Armao, per tentare di risolvere la situazione economica, appesa ai contributi regionali che dovrebbero essere approvati dall’Ars il prossimo martedì.

Occorrono tredici milioni e mezzo per consentire al teatro di sopravvivere: fondi che dovrebbe garantire la Regione e che servirebbero a pagare gli stipendi del personale – stabilizzato e precario. Spetterà all’Assemblea siciliana approvare l’atto per garantire il contributo e permettere all’ente di andare avanti, potendo utilizzare le altre fonti di entrata – incassi, contributi Statali, ecc – per poter programmare l’attività.

Musumeci ha comunque assicurato che non c’è nessuna volontà di affossare il Bellini, ma ha anche detto chiaramente che occorre trasformare l’Ente in Fondazione. Il regolamento sarà scritto con le organizzazioni sindacali a tutela dei lavoratori. Non solo. Grazie alla notizia di poche ore fa per cui è stato firmato l’accordo Stato-Regione, quest’ultima avrà più possibilità di manovra e riuscirà a garantire i fondi necessari per il prossimo triennio. Anche perché, se i contributi dovessero continuare a diminuire le sorti del teatro sarebbero segnate.

I lavoratori, che si son detti fiduciosi, non sospendono però lo stato di agitazione: ieri mattina si sono riuniti in assemblea e resteranno in allerta fino al voto di martedì.