Catania capitale tecnologica della Sicilia e del Sud Italia. È questo il quadro che emerge dal Rapporto Tech Cities 2024 che inserisce anche per quest’anno il capoluogo etneo nella top 10 italiana delle realtà a maggior attrattiva nel settore IT.
Tech Cities è lo studio promosso da Experis, brand di ManpowerGroup, sulle figure professionali IT più richieste nelle principali città italiane. In questa quinta edizione, il numero monografico 2024, sono protagoniste tutte le figure tecniche e strategiche che caratterizzano il panorama IT italiano. E Catania si conferma come uno dei principali poli tecnologici d’Italia, il terzo del Sud affiancata da Napoli e Bari.
Nella graduatoria che vede Milano, Roma, Bologna e Torino ai primi posti, il capoluogo etneo si distingue per rappresentare il polo di attrazione dell’1% totale sulle offerte di lavoro nel settore tecnologico nazionale. Un piccolo ma significativo valore, che pone nell’élite delle città italiane che insieme concentrano quasi la metà (46%) delle opportunità di lavoro in ambito tecnologico. Rapporto nel quale non risultano nemmeno citate le altre province siciliane.
Nonostante le differenze in termini di dimensioni e infrastrutture rispetto a città come Milano e Roma, Catania è riuscita a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel panorama italiano ed europeo. L’interesse per il settore tecnologico qui si riflette anche negli stipendi dei professionisti – molto difficili da reperire nell’Isola – con una Retribuzione Annua Lorda media di 39.100 euro, ben al di sopra del dato medio siciliano, che si aggira intorno ai 27.200 euro. Questo fattore, unito a una crescente richiesta di figure altamente specializzate, rende la città un esempio di sviluppo tecnologico nel Mezzogiorno.
Una vision importante quella etnea, e affatto casuale. Lo scorso maggio è stato infatti annunciato un piano di investimenti superiore ai 5 miliardi di euro – con 2 miliardi in arrivo dallo Stato nell’ambito del Chips Act dell’Unione Europea – per la costruzione a Catania di un nuovo impianto della STMicroelectronics, realtà globale dei semiconduttori che serve clienti in tutti i settori dell’elettronica.
All’interno del nuovo stabilimento, che sorgerà nella zona industriale etnea, la società produrrà chip SiC ad alte prestazioni, basati su wafer di 200 mm di diametro che verranno trasformati in moduli e dispositivi utilizzati anche dall’industria automobilistica. Nel sito della STMicroeletronics verrà costruito il primo impianto al mondo completamente integrato per il carburo di silicio, un passo in direzione di un ampliamento della Silicon Valley siciliana.
Le professioni tecnologiche a Catania godono di un trattamento economico che, seppur inferiore alle cifre di città del Nord Italia, si pone su livelli concorrenziali rispetto agli standard regionali. La differenza salariale è particolarmente evidente per i ruoli più specializzati e di alto profilo, come quello del Chief Technology Officer (CTO), il dirigente responsabile delle strategie tecnologiche aziendali, che arriva a guadagnare fino a 65.000 euro all’anno.
Questa cifra rappresenta una vera e propria eccezione rispetto alla media retributiva siciliana e attira l’attenzione sulle possibilità di carriera offerte dalla tecnologia a Catania. La media italiana è in questo caso di 71.500 euro all’anno. Se Milano è la capitale italiana nella quale si concentra ben il 14% delle attività connesse con il mondo IT e offre paghe medie di 51.813 euro, a Catania (cenerentola di turno) la cifra scende a 39.125 euro.
Tra gli altri profili altamente retribuiti ci sono il Security Researcher (professionista della sicurezza informatica incaricato di individuare e prevenire minacce digitali), con una RAL media di 45.000 euro. A seguire il SOC Manager (responsabile del Security Operation Center) la cui retribuzione media si attesta intorno ai 43.000 euro. Queste posizioni, legate principalmente alla gestione della sicurezza dei dati e delle reti informatiche, rappresentano il fulcro del comparto ICT a Catania e offrono un interessante spunto di riflessione su quanto il settore della sicurezza stia diventando prioritario per le aziende del territorio e non solo.
Non sono solo i ruoli specializzati a trovare spazio nel mercato del lavoro catanese. Tra le figure più richieste emergono posizioni come il Java Developer (35.000 euro annui, si occupa della programmazione di software e applicazioni in uno dei linguaggi di programmazione più diffusi). Le competenze richieste in questo ambito spaziano dalla gestione delle applicazioni aziendali alla creazione di sistemi complessi, ed è per questo che tali profili sono altamente ricercati.
Anche l’E-commerce Manager rientra tra i ruoli emergenti a Catania, con una retribuzione media che si aggira sui 35.000 euro. Questi professionisti sono incaricati di integrare strategie di marketing e gestione dei progetti per migliorare la presenza e la performance degli store online delle aziende, un’attività cruciale in un contesto in cui il commercio digitale sta assumendo un ruolo sempre più preponderante. Spazio anche per il Full Stack Developer (RAL di circa 30.000 euro, rappresenta una figura polivalente capace di gestire diverse fasi dello sviluppo software, adattandosi alle esigenze aziendali e coordinando i progetti in modo globale).
Il rapporto Tech Cities 2024 mette in evidenza anche i divari regionali nelle retribuzioni per il settore ICT, con Milano che mantiene il primato con una RAL media di 51.800 euro, seguita da Roma e Padova con circa 45.700 euro, e Bologna a 45.500 euro. Catania chiude la classifica delle prime dieci città con la RAL media più bassa, pari appunto a circa 39.000 euro. Questo divario testimonia la disparità economica tra Nord e Sud, ma allo stesso tempo sottolinea la crescita delle opportunità al Sud, un fenomeno che potrebbe contribuire a ridurre il gap salariale e occupazionale in prospettiva futura.
Uno degli aspetti più critici per il consolidamento di Catania come hub tecnologico resta la disponibilità di professionisti qualificati, che preferiscono puntare sul mercato settentrionale o spostarsi in Nord Europa e negli USA, dove gli stipendi possono superare i 300 mila dollari all’anno per un ruolo da Chief Technology Officer (fonte: Salary.com).
Secondo quanto riportato dallo stesso rapporto, la crescente domanda di competenze digitali in Sicilia è difficile da soddisfare, soprattutto a causa della scarsa presenza di percorsi formativi altamente specializzati sul territorio, anche per via di università che non sono riuscite a star al passo con le realtà settentrionali. La competizione con città del Nord, che possono vantare un ecosistema formativo e aziendale più sviluppato, rende ancora più arduo trattenere i giovani talenti siciliani.
In questo scenario, diventa fondamentale potenziare l’offerta educativa in ambito ICT e favorire collaborazioni tra università, enti di ricerca e imprese, per consentire a Catania di formare e trattenere i professionisti di cui ha bisogno. La creazione di poli tecnologici e l’implementazione di programmi di formazione su misura per le esigenze delle aziende locali potrebbero rappresentare soluzioni strategiche per colmare il divario e incentivare i giovani a rimanere in Sicilia.
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