Economia

Terra bruciata attorno alla Russia, da Fb a Netflix e Apple multinazionali in fuga

Mentre Putin procede inesorabile la sua marcia di avvicinamento e distruzione verso le principali città dell’Ucraina, le sanzioni decise dall’Ue e dai Paesi Nato stanno facendo terra bruciata attorno alla Russia.

E ora anche le grandi multinazionali stanno abbandonando in massa Mosca minando la “normalità” della vita quotidiana dei russi (la maggior parte dei quali incolpevoli e contrari alla guerra) e rendendola sempre più difficile, quasi impossibile.

Le sanzioni decise contro la Russia

Il pacchetto di sanzioni decise contro Putin contempla misure in diversi ambiti: finanza, trasporti, commercio di beni, politica dei visti sanzioni individuali per i vertici istituzionali e gli oligarchi vicini al presidente.

Si punta a congelare i loro beni all’estero – decine e decine di miliardi per quanto riguarda Putin. Lo stesso faranno gli Stati Uniti, come annunciato dalla portavoce Jen Psaki. Nella lista nera Ue entreranno anche “altri membri della Duma del consiglio di sicurezza russo”.

Gli spazi aerei chiusi

Spazi aerei chiusi con l’Unione europea, gli Usa e il Canada; in relazione ai trasporti, le sanzioni per l’operazione militare di Mosca sull’Ucraina contemplano il divieto di esportazione, vendita e fornitura di aeromobili, componenti e attrezzature di aeromobili alla Russia, nonché servizi di riparazione e manutenzione.

Sanzioni nel settore energetico

Per quanto riguarda il settore energetico, il secondo pacchetto di sanzioni dell’Ue vieta l’esportazione di tecnologia e attrezzature necessarie per il miglioramento delle raffinerie di petrolio russe in linea con gli standard Euro-6.

Stop alle carte di credito

Lo stop alle carte di credito emesse in Russia è uno degli effetti delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali, USA e Unione europea. Lo switch off delle carte di credito emesse in Russia significa che le carte di Mastercard e Visa, ma anche Apple Pay, cessano di funzionare nel Paese che ha lanciato l’offensiva.

Per ora, le sanzioni hanno congelato circa 630 miliardi di dollari di riserve estere di Mosca e fatto crollare il valore del rublo, che a oggi vale meno di un centesimo di euro.

Le ritorsioni delle grandi multinazionali

Nel frattempo le compagnie di spedizione statunitensi FedEx e Ups e la tedesca Dhl hanno sospeso le loro attività sia in Russia che in Ucraina. Oltre a queste, anche la famosa casa produttrice Boeing ha chiuso le sue forniture di materiali in arrivo dalla Russia, mentre Dell technologies ha sospeso la vendita di computer nella Federazione e Delta air lines ha sospeso la sua partenership con la compagnia aerea russa Aeroflot.

I produttori automobilistici General motors, Daimler truck, Volkswagen, Volvo e Gm hanno fermato la consegna di veicoli e la compagnia di navigazione di Singapore Ocean network express ha sospeso tutti i viaggi verso la Russia. 

Anche Apple sospende la vendita di tutti i suoi prodotti in Russia. Lo afferma Apple in una nota, annunciando che rimuoverà RT News e Sputnik dai suo App Store fuori dalla Russia.

Quotidianità minata e attività sociali sempre più limitate

Fuori da tutte le competizioni sportive calcistiche internazionali (della Fifa e dell’Uefa), fuori dall’Eurovision song contest.

Anche il mondo del cinema e dello streaming contro la Russia

Anche il mondo del cinema e dello streaming inizia a prendere contromisure per isolare la Russia dopo la sua azione militare contro l’Ucraina. Warner Bros, Disney e Sony Pictures hanno comunicato la scelta di non distribuire i loro film di prossima uscita nelle sale cinematografiche russe, mentre Netflix ha confermato che non ospiterà nella sua piattaforma i canali statali russi, come richiesto da una recente normativa nazionale.

La distribuzione in Russia del nuovo film sul Cavaliere Oscuro, The Batman, era fissata per il 3 marzo prossimo, ma Warner Bros ha deciso di sospenderla durante l’invasione dell’Ucraina. Un portavoce di WarnerMedia ha confermato a Variety.

Limitazioni da Facebook e Google

Infine anche Facebook e Google stanno bloccando la diffusione dei contenuti prodotti da media statali russi, come Russia today e Sputnik news.

L’obiettivo è uno solo, creare sempre più malcontento tra la popolazione russa. La deposizione di Putin sembra l’unica possibilità per fermare la guerra.