Ambiente

Terremoto a Siracusa, a causarlo la riattivazione della faglia Alfeo-Etna

Dopo la paura di questa notte in seguito al terremoto di magnitudo 4.2 che ha colpito la costa orientale della Sicilia tra Siracusa e Catania, ci si interroga sui rischi che corre la Sicilia.

Dopo averne parlato con il geologo, nonché volontario per la Protezione civile di Catania, Vincenzo Adorno è di oggi la tesi che porta la firma di Carmelo Monaco, docente del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, secondo cui “Il terremoto di magnitudo 4.2 della scala Richter registrato alle 3.34 della scorsa notte dalla rete sismica dell’Ingv, ad una profondità di 33 km al largo della costa tra Catania e Siracusa, è stato causato dalla riattivazione della faglia Alfeo-Etna, un’enorme struttura sismogenetica ubicata nel mar Ionio occidentale”.

Il terremoto della scorsa notte ci ricorda – conclude Monaco – come la Sicilia sia al centro di importanti processi vulcano-tettonici attivi e di eventi sismici tra i più distruttivi del Mediterraneo e come la prevenzione e mitigazione del rischio sismico e vulcanico non possa prescindere da un’analisi dettagliata del territorio e dal continuo aggiornamento delle conoscenze geologiche e geofisiche”.

Big One, evento atteso

“L’eventualità che un giorno arrivi il “big one”? La risposta è: potrebbe arrivare. Non si può escludere ” – ci dice Vincenzo Adorno”. Non c’è dubbio che ci sarà un terremoto catastrofico simile a quello del 1693 ma è ovvio che non possiamo dire quando si verificherà. Catania è stata distrutta nel 1189, è stata rasa al suolo nel 1693 e siccome non è cambiata la geologia della zona, che è sempre quella, così come gli sforzi a cui sono soggette le faglie, è realistico ed ovvio pensare che altri eventi sismici importanti si verificheranno”.

Lo diceva il vulcanologo dell’Ingv di Catania, Mario Mattia intervistato meno di tre anni fa dall’Adnkronos. “L’ultimo evento sismico del 1990 che purtroppo causò tredici vittime nella zona di Carlentini è solo un esempio di ciò che può succedere e fu, anzi, un terremoto relativamente piccolo che in altre parti del mondo non avrebbe creato danni”.