Messina

Ticket Teatro Antico, il Comune di Taormina batte cassa

TAORMINA (ME) – Mentre i pretendenti allo scranno più alto di Palazzo dei Giurati riempiono le piazze e non se le mandano a dire, in attesa delle elezioni amministrative del prossimo 28 e 29 maggio, negli uffici comunali non si ferma il lavoro dei commissari al bilancio – Lucio Catania, Maria Di Nardo e Tania Giallongo – che stanno portando avanti il lavoro di risanamento economico dopo la dichiarazione di dissesto approvata in Consiglio comunale a luglio del 2021.

La massa debitoria che ha costretto la Perla dello Ionio al default, ammontava a circa 27 milioni di euro fino tutto il 2020. Così, tra creditori e debitori è tornata a galla la vecchia vicenda dei proventi legati ai ticket d’ingresso del Teatro Antico, che il Comune di Taormina pare non abbia del tutto ricevuto dalla Regione siciliana, nelle vesti quest’ultima di ente gestore del sito e dei servizi di biglietteria, negli anni in cui era in vigore la Legge n. 10/99 secondo la quale il 30% degli introiti spettavano al Comune nel quale ricadeva il monumento.

Mancherebbero all’appello 2 milioni e 800 mila euro e lo ha spiegato in maniera abbastanza dettagliata la Commissione liquidatoria in una delibera dello scorso 3 maggio. In particolare, dicono, “non sono state versate a questo Comune le somme derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso al Teatro Antico per gli anni 2014 (per 706 mila euro), 2015 (1 milione 463 mila euro) e il primo semestre del 2016 (pari a 705 mila euro)”. La stessa delibera ha dato mandato a un legale (l’avvocato Giovanni De Nigris di Casarano) per il recupero di queste somme, dopo che già nel 2018 era stata avviata da parte del Comune un’azione legale che però non era stata mandata in porto. Con la riforma regionale che successivamente ha istituito i Parchi archeologici, si sono conclusi gli effetti della Legge n. 10/99, ma ciò non toglie che i vecchi debiti andavano comunque saldati.

Il Comune di Taormina – hanno spiegato i commissari – ha tutto il diritto di incassare le somme, avendo subito l’onere di fornire i servizi collegati a una platea molto vasta di spettatori, che hanno avuto un impatto molto forte sul tessuto sociale del territorio, senza apportare vantaggi di natura economica, essendo visitatori occasionali in città. Pertanto, non sarebbe equo che il Comune sopportasse i costi e gli oneri degli spettacoli al Teatro Antico, senza alcuna partecipazione ai ricavi che sarebbero di pertinenza esclusiva di altri soggetti”.

Già a marzo la Commissione liquidatoria, aveva invitato il Dipartimento regionale dei Beni culturali a saldare la somma di 2 milioni 874 mila euro, per le annualità dal 2014 al 2016, senza però ricevere mai alcun riscontro, e spingendo infine le parti al contenzioso.

Tra l’altro quella del recupero crediti è una delle attività più intense che stanno svolgendo i commissari dopo aver quantificato oltre 11 milioni e mezzo di tributi non riscossi negli anni passati. Un milione di euro è stato sin ora recuperato, mentre le somme da riscuotere sarebbero ancora circa 7 milioni. Si tratta per lo più di Imu, con 9 milioni di euro non ancora riscossi. Sul fronte Tari invece, sono stati rendicontanti circa 2 milioni di euro non riscossi, dal 2014 al 2018, provvedendo intanto a recuperarne circa 125 mila. Anche per queste ragioni sono stati quantificati in totale debiti fuori bilancio per ben 63 milioni di euro. Una bella gatta da pelare per la futura amministrazione che uscirà dalle urne, chiamata prima di tutto a rimettersi in carreggiata con i bilanci, dopo che finalmente si è tornati alla giusta scadenza per l’approvazione dei bilanci, con l’approvazione del Conto consuntivo 2021 e del Bilancio di previsione del 2023.